La spiegazione scientifica del colore del mantello
Le strisce delle zebre? Allontanano gli insetti
Grazie a forma e colore esercitano una funzione repellente. I risultati di uno studio ungherese
MILANO - Le strisce delle zebre non sono più un mistero. A svelare l'arcano è uno studio ungherese, pubblicato sul Journal of Experimental Biology,
che ha spiegato come i segni bianchi e neri abbiano la funzione di
proteggere questi animali dagli insetti e dai parassiti della savana.
DIBATTITO NELLA COMUNITA' SCIENTIFICA -
Il mantello a strisce è da tempo oggetto di dispute all’interno della
comunità scientifica. Nel corso degli anni sono state avanzate diverse
ipotesi: alcuni pensavano che i segni fossero utili alla mimetizzazione
- «i leoni non distinguono i colori e potrebbero confondere le strisce
con i fili d'erba» - altri hanno pensato invece che aiutassero le zebre a
riconoscersi tra loro. Ma nessuna di queste teorie aveva mai
soddisfatto del tutto gli studiosi. Fino a quando un gruppo
internazionale di ricercatori svedesi e ungheresi ha scoperto come la
geometria e l'accostamento di colori delle strisce sia poco attraente
per tafani, zanzare e mosche cavalline. Ad attirare questi insetti è,
infatti, il riflesso della luce dell'acqua sulla pelle degli animali. Il
riverbero di solito è orizzontale e serve agli insetti per individuare i
bacini in cui possano deporre le uova. Quindi la disposizione verticale
delle zebre disorienta i parassiti.
LUCE RIFLESSA E COLORE - Ma non
solo. A fungere da repellente naturale sono anche i colori. Studiando
un'infestazione di mosche in un allevamento di cavalli in Ungheria, i
ricercatori hanno osservato infatti che il manto bianco e nero non piace
agli insetti succhia-sangue. Nel caso del nero e del marrone, la luce
viene riflessa in forma polarizzata lungo un piano orizzontale. Questo
effetto attira molto alcuni insetti, come quelli volanti che si nutrono
con il sangue dei cavalli. A differenza dei mantelli scuri, quelli
bianchi , invece, riflettono la luce in forma non polarizzata: le onde
elettromagnetiche viaggiano su ogni piano e per questo non sono
appetibili per i tafani. Ed ecco spiegato perché i cavalli con il
mantello bianco sono di solito molto meno infastiditi da simili insetti
rispetto agli altri equini con colorazioni più scure. Le zebre però
presentano entrambi i colori, bianco e scuro, caratteristica che
lasciava perplessi gli studiosi. Poi, la scoperta: «Più sono sottili le
strisce, meno i tafani vengono attirati», ha spiegato alla Bbc una delle
autrici della ricerca, Susanne Akesson dell'Università di Lund, in
Svezia.
13 febbraio 2012
(modifica il 14 febbraio 2012)
www.corriere.it
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