mercoledì 29 maggio 2019

Crociata contro plastica in mare, navi e yacht si attrezzano
A Porto Cervo progetti innovativi,in campo anche gruppo Onorato

PORTO CERVO, 28 MAG 2019 - Facile e per certi aspetti necessario - come sottolineato dalla vicedirettrice di Legambiente, Serena Carpentieri - tenere alto l'allarme e far crescere la sensibilità pubblica rispetto al problema della plastica in mare, molto meno facile trovare soluzioni per limitare drasticamente l'uso di oggetti non smaltibili e ancora più complesso progettare sistemi davvero funzionanti per liberare oceani, ma anche mari eco-sensibili come il Mediterraneo. Federagenti, tra le prime associazioni professionali a lanciare l'emergenza plastiche in mare proprio dal Forum del lusso possibile di Porto Cervo, ha proposto oggi tre esperienze di frontiera per affrontare in concreto un problema che ha condivisioni ma non soluzioni comuni.

Guido Bertolaso, già responsabile della Protezione Civile, non solo ha presentato una Onlus internazionale, "A sea to live", ma anche una sommatoria di progetti virtuosi per eliminare una quota crescente di plastica. Da meccanismi rotanti da sistemare lungo il corso dei fiumi, responsabili delle maggiori quantità di versamenti di plastica in mare, a navi sperimentali (ipotizzato anche un rapporto di collaborazione con il Gruppo Onorato) sino a un sistema da applicare alle carene di una quota percentuale significativa delle navi (oltre 500.000) che operano sulle rotte commerciali del mondo. Ma, come detto, per le plastiche esiste anche un problema di sostituzione e quindi di disponibilità di prodotti biodegradabili ad hoc "che sono commercializzati - ha spiegato Gian Luca Greco di Natur World - da un ristretto gruppo di multinazionali che non sono oggi disponibili a garantire un'effettiva sostituzione della plastica nelle crescenti quantità richieste da una domanda destinata a esplodere".

E' stato inoltre presentato un progetto innovativo di bicchieri dotati di un chip in grado di assicurare una massiccia sostituzione dei bicchieri di plastica monouso nel corso di grandi eventi. Progetto questo lanciato da una startup genovese.

(ANSA)

Nasce l'idroluppolo,coltura senza terra produce il quadruplo

Due raccolti,a Terracina startup lavora eco-birra 100% italiana



 © ANSA

ROMA, 29 MAG 2019 - La birra del futuro avrà meno impatto ambientale, e sarà più redditizia per i coltivatori che forniscono l'ingrediente numero 1: il luppolo. E soprattutto parlerà italiano, mentre ora il 97% del luppolo utilizzato dai birrifici nazionali è importato. Con acquisti concentrati su tre varietà Usa e una tedesca per un valore complessivo stimato a 300 milioni di euro l'anno.
A Terracina, nel basso Lazio, una start up di giovani - nel team un laureato in ingegneria e un ricercatore in agraria - ha avviato una coltura sperimentale idroponica (fuori suolo) di luppolo. "Una coltura che non richiede terra perché - come spiega il ceo di Idroluppolo, Alessio Saccoccio - la pianta cresce quattro volte di più nel suo substrato e ci permette di produrre quattro volte di più, dimezzando il consumo di acqua. I raccolti inoltre sono due l'anno, assicurando maggiore redditività anche alla filiera agricola. E l'uso delle serre consente di mettere da parte gran parte dei timori per il maltempo". "L'idea - spiegano i neoimprenditori agricoli - è nata dal racconto di amici che hanno aperto un microbirrificio a Londra con grandi difficoltà per reperire luppolo di qualità. Con l'idroponica questa criticità è superabile anche per piccole imprese". Il test su 100 metri quadri ha già superato la prova del primo raccolto con la fornitura a km 0 ad un birrificio pontino, ma l'idea è quella di avviare una rete di imprese per il luppolo 100% made in Italy. Idroluppolo ha già vinto premi della Regione Lazio e tramite Facebook ha avviato iniziative di crowdfunding. "Stiamo cercando anche partner per l'Africa - continua Saccoccio - che ha aree con la fascia climatica ideale per l'idroluppolo. Per lo sviluppo della coltivazione non abbiamo bisogno dell'inverno perché facciamo un "letargo" indotto della pianta ma temperature dai 14 gradi a 30 gradi".


(ANSA)

sabato 4 maggio 2019

Farfalle

I bracconieri delle farfalle
Specie a rischio estinzione finiscono sul mercato nero. I collezionisti vanno a caccia sul web. L'allarme partito da Legambiente 


02 Maggio 2019 - Per una femmina di "Ammiraglio del pioppo", che vive nei boschi delle Alpi liguri, c'è chi è disposto a spendere anche 50 euro. Ne bastano, invece, solo 30 per portarsi a casa un esemplare di "Papilio Alexanor" delle Alpi marittime piemontesi, una tra le 18 specie italiane a rischio estinzione. È il mercato nero delle farfalle, ultima frontiera del bracconaggio. Un settore in costante crescita, secondo ambientalisti ed entomologi. Gli insetti vengono scambiati online, anche su eBay. E i loro tariffari circolano in rete. Nonostante i collezionisti di farfalle siano poche centinaia in tutto il mondo, il rischio è concreto: il loro "hobby" potrebbe presto farne scomparire dal pianeta intere specie. Soprattutto quelle che vivono concentrate in ambienti ristretti.

È il caso della farfalla "Cassandra" dell'Isola d'Elba: una varietà di Zerynthia (questo il nome scientifico) amata dagli esperti per il suo originale motivo nero, a zig zag, su uno sfondo biancastro con puntini rossi. Una farfalla avvistata per la prima volta negli anni Trenta, e che sull'isola si credeva estinta. Finché, 10 anni fa, non è ricomparsa, quasi per miracolo, in poche centinaia di esemplari. Oggi però la sua esistenza è messa di nuovo in pericolo dai bracconieri.

L'allarme è partito da Legambiente, che denuncia come negli ultimi mesi anche la Cassandra dell'Elba sia finita nei listini del mercato nero. "Si tratta di una specie protetta da numerose leggi, tra cui la direttiva Habitat dell'Unione Europea che ne vieta la cattura", spiega Umberto Mazzantini, della sezione Arcipelago toscano di Legambiente. "In tutto il mondo, la Zerynthia Linnea si trova solo in un'area di 4-5 chilometri quadrati, tutti all'interno del parco naturale dell'Elba - aggiunge Mazzantini - . Quindi quando si trova in vendita è chiaro che è stata catturata qui, compiendo un reato".

Obiettivo dei bracconieri non sarebbero tanto le farfalle adulte, quanto piuttosto le uova e le larve, che nel giro di pochi mesi si trasformano in crisalidi. "In questo modo la farfalla viene "imbalsamata" intonsa, appena esce dal bozzolo, e può essere piazzata meglio", spiega il responsabile di Legambiente. "Oggi una coppia di Zerynthie dell'Elba costa dai 30 ai 45 euro, mentre qualche anno fa per un solo esemplare i bracconieri ne chiedevano anche 100 - sottolinea Mazzantini - . La nostra preoccupazione è che il calo del prezzo indichi un'offerta sempre maggiore sul mercato nero".

Ma come ci si è accorti dei furti di farfalle? A sparire, all'interno del parco, sono state diverse piante di "Aristolochia", un tipo di vegetale velenoso su cui le Zerynthie depongono le proprie uova. Piante che crescono a certe condizioni di umidità e temperatura, rare quasi quanto le farfalle che vi nascono sopra. Per questo l'Università di Firenze, il Parco dell'Arcipelago toscano e Legambiente le hanno individuate e "censite" una per una. "Il problema non sono tanto quei collezionisti amatoriali che catturano le farfalle con il retino - lamenta Leonardo Dapporto, capo dei biologi fiorentini che hanno curato il progetto - Quanto piuttosto i venditori professionisti che fanno razzia di piante e quindi di uova, mettendo a rischio l'intera popolazione". Un problema diventato ancora più grave quando si è scoperto che la Cassandra elbana ha una "impronta genetica" diversa dalla sua "sorella" continentale, motivo per cui è stata riconosciuta dagli scienziati come specie del tutto autonoma. "I collezionisti ne hanno bisogno per completare la serie - denuncia Dapporto - proprio come se si trattasse di francobolli". 



venerdì 3 maggio 2019

Orto e giardino


Ecco perché dovresti piantare la lavanda nel tuo giardino in questo periodo

Tanti buoni motivi per piantare la lavanda subito nel tuo giardino. E tenere lontane le zanzare è uno di questi
Ci sono molte piante di cui ci si può prendere cura in giardino, sul terrazzo o balcone durante la primavera. La lavanda è sicuramente una di queste, non solo perché bella e profumata ma anche per i tanti vantaggi che offre.
Utilizzata da secoli per scopi medicinali e di bellezza, ma con diverse applicazioni anche in cucina e per la cura della casa, la lavanda è una pianta che tutti dovrebbero avere nel proprio giardino. Perché? I motivi sono davvero molti…


E’ profumata

Le piante di lavanda producono una fragranza profumata e rilassante che riempirà tutto il giardino diffondendosi anche in casa. I suoi fiori, oltre che profumati, sono anche belli e perfetti da essiccare trasformandoli in pot-pourri o sacchetti profuma biancheria.

Attira api e farfalle nel giardino

La lavanda è apprezzata per il suo colore, le proprietà medicinali ma anche per il fatto di riuscire ad attirare a sé api e farfalle che popoleranno così il vostro giardino.


api lavanda
 
Visto il declino globale della popolazione delle api, piantare la lavanda in giardino è un piccolo gesto concreto per proteggere questi insetti tanto preziosi che lavoreranno duramente anche per impollinare i vostri fiori e le vostre piante, garantendovi un giardino colorato e vivace.



E’ un insetticida naturale

Un altro vantaggio che offre lavanda, utile soprattutto in estate, è il suo essere un repellente naturale per insetti e zanzare. A differenza degli umani, infatti, che tendono ad essere attratti dal profumo calmante della lavanda, le zanzare sono respinte da questa fragranza.
Teniamola dunque in giardino o in terrazzo e avremmo l’opportunità di allontanare in maniera naturale le tanto fastidiose zanzare ma anche falene, mosche e pulci.
Se volete piantare la lavanda a questo scopo vi conviene metterla nelle zone più soleggiate del giardino o del terrazzo o vicino agli ingressi di casa in modo da mantenere quelle aree libere dagli insetti. Potete anche preparare dei bouquet di lavanda da appendere in casa per tenere lontane zanzare e mosche e profumare gli ambienti.
LEGGI anche: 5 piante anti-zanzare facili di coltivare

Lavanda per la bellezza

Non sottovalutate anche gli usi della lavanda per la bellezza. Un infuso a base di fiori secchi di lavanda può essere aggiunto all’acqua del bagno per lenire problemi alla pelle e rilassare il corpo e la mente. Si possono aggiungere anche fiori di lavanda secchi ai sali da bagno o ai Sali di Epsom.
Con un infuso alla lavanda è possibile anche rafforzare i propri capelli e combattere le infezioni. Aggiungi qualche rametto di lavanda fresca ad un barattolo di vetro riempito con acqua calda e lascialo al sole per diverse ore. Togli poi le erbe, aggiungi un cucchiaio di aceto di mele e usa la miscela per risciacquare i capelli dopo lo shampoo.

Lavanda in cucina

Forse non ci avete mai pensato, ma i fiori di lavanda potranno tornarvi comodi anche in cucina, con questi potrete preparare tisane, cocktail o la limonata alla lavanda di cui vi abbiamo parlato. E' possibile anche aromatizzare lo zucchero o il sale sgretolando finemente i fiori secchi o ancora preparare lo sciroppo alla lavanda.



Come e quando piantare la lavanda

La primavera è senza dubbio la stagione migliore per piantare la lavanda perché il terreno inizia a scaldarsi. Ecco alcuni importanti suggerimenti da seguire se volete iniziare a prendervi cura di questa pianta.

  • Poni le piantine di lavanda distanti tra loro di almeno 60 centimetri (considerate che possono raggiungere anche un metro di altezza).
  • Tieni le piante lontane da zone umide
  • Pianta la lavanda in "terreno povero" con un pH neutro.
  • Garantisci alla lavanda molto sole


 
Si tratta di una pianta resistente e abbastanza facile da coltivare che vive sostanzialmente di sole e di terra asciutta. Altri suggerimenti per coltivare la lavanda nel giardino o nell’orto potete trovarli QUI.

https://www.greenme.it