giovedì 4 gennaio 2024

A proposito di tumori, tossiemia e punti di vista alternativi...

 

A proposito di tumori, tossiemia e punti di vista alternativi, Valdo Vaccaro riporta in un suo articolo l'approccio igienista:
 
«Per l’Igienismo il tumore, nei vari punti e nelle varie forme, è sempre un ultimo segnale utile per fare un serio cambio di direzione.
Tumore inteso come ricettacolo difensivo di veleni che il corpo non riesce più a trattenere o a gestire, e che quindi va ad incapsulare su un punto particolare del corpo, prescelto in genere tra quelli più deboli e tartassati del nostro organismo.
Tumore inteso come opera protettiva di emergenza, creata dal sistema immunitario a salvaguardia del corpo e non certo per fare dispetto.
 
Per l’Igienismo non c’è nulla da curare.
Siamo per la cura della non cura e della non interferenza con la volontà imperscrutabile del sistema immunitario.
Per tutti i sintomi chiamati malattie, ed anche per il tumore, che è per l’appunto sintomo di massima toxemia corporale, non si devono fare trattamenti e tanto meno asportazioni, ma soltanto digiuni, seguiti da diete vegane tendenzialmente crudiste.
In pochi giorni di digiuno igienistico ad acqua distillata o leggera, o di digiuno ehretiano ad acqua e limone, un tumore grosso come una palla da golf diventa una nocciolina, si autolide e si disintegra. 
 
Non è fantascienza ma pratica corrente e di successo, in uso da oltre mezzo secolo.
Fin quando il tumore è attraversato da un regolare flusso di sangue che nutra e ripulisca regolarmente le sue cellule aggiuntive (non cancerogene ma solo aggiuntive, nota bene), il tumore rimane entità vivente, organismo addizionale ma sano.
Se non si va al più presto a chiudere il rubinetto dei veleni che ha causato il suo insorgere (rubinetto alimentare, rubinetto farmacologico, rubinetto emotivo), il tumore tende a crescere. 
 
Chiusi i rubinetti tossici il tumore si mantiene. Per farlo regredire e poi scomparire c’è un solo modo.
Oltre a serrare le fonti di inquinamento, occorre affiancargli la cura riduttiva e disintegrativa del digiuno, che funge in questi casi da tavola operatoria della natura, da chirurgo senza anestesie e senza bisturi.
In pochi giorni di riposo corporale assoluto (niente cibo, niente bevande diverse dall’acqua, niente farmaci, niente pensieri, niente giornali o tv, niente preoccupazioni), sorseggiando acqua in continuazione, il tumore si svuota dei suoi veleni e finisce per scomparire nel medesimo modo in cui è arrivato. 
 
Dal digiuno si passa a tre giorni di semidigiuno crudista fruttariano o tuberiano (carote-rape-bietole-zenzero-sedano-topinambur-patate) e quindi alla normalità della dieta stabile, che per l’igienismo è la dieta vegana tendenzialmente crudista.
Più cruda è la dieta, più perfetta è.
Più cruda è, più proteica e mineralvitaminica è. Col solo rischio di metter dentro insufficienti calorie, rispetto a quante ne consumiamo. Crisi proteica mai, nemmeno volendolo.
La quota di 20 grammi igienistici/al giorno, o anche quella di 34 grammi/al giorno raccomandata dalla FAO, si raggiunge con qualsiasi dieta al mondo, anche la più sguarnita.
 
I guai peggiori che gli possono capitare sono due: i trattamenti medici e il blocco circolatorio.
L’asportazione del tumore è una menomazione invasiva e inconcludente.
Si asporta il sintomo e si lascia al suo posto la causa tumorale.
Ecco il motivo del continuo risorgere dei tumori, e del loro incattivirsi. 
 
Quando le operazioni vanno bene e non c’è riproduzione significa solo che il tumore asportato non era vero ricettacolo tumorale ma solo innocente escrescenza provvisoria, priva di funzioni immunitarie, cosa che succede molto spesso in sala operatoria.
Il blocco circolatorio si ha quando il tumore cresce troppo e finisce per strozzare le vie circolatorie che lo alimentano e lo ripuliscono.
In questi casi si ha degenerazione del tumore in cancro, col materiale interno che va in putrefazione e cachessia, diventando bomba tossica che si disintegra all’interno e produce metastasi in ogni parte del corpo.
Una condizione da cui è assai difficile tornare indietro.
 
Quando si supera la soglia della cachessia, il Sistema Immunitario spinge verso il decesso, al punto che lo stesso sistema immunitario, lasciato lavorare al meglio con dieta crudista vegana in fase terminale, tende ad accorciare la sopravvivenza ed anche a minimizzare la soglia del dolore, in una sorta di auto-eutanasia naturale. 
 
Non a caso, le cliniche igienistiche americane rifiutano questo tipo di pazienti, per non compromettere i loro record di alta-guaribilità. Il dr Max Gerson divenne famoso in America per alcuni casi clamorosi di recupero pazienti terminali, mediante dieta puramente fruttariana.»