mercoledì 30 ottobre 2013

Nati i primi bimbi italiani concepiti con la fivet "musicale": pop e rock aumentano tasso fertilità
 
Si chiamano Tobias e Sasha sono i primi bimbi nati in Italia da embrioni fecondati in Spagna grazie alla tecnica di fecondazione in vitro (fiv) “musicale”. La metodica utilizza i successi di gruppi pop o brani di musica classica per aumentare il successo della fecondazione. Gli ideatori ritengono infatti che le vibrazioni musicali siano la chiave per aumentare il tasso di fertilità. La nascita di questi gemellini, che oggi stanno bene, è stata resa possibile grazie ad un programma portato avanti dall'Istituto Marquès di Barcellona, che ha messo a punto la fivet “musicale” utilizzando le micro-vibrazioni musicali negli incubatori dove si trovano gli ovociti prima della fondazione, fino al giorno in cui sono trasferiti nell'utero della donna.

Micro vibrazioni aumentano le possibilità di fecondazione degli spermatozoi - "Abbiamo scoperto che le micro vibrazioni della musica - spiega Federica Moffa, ginecologa specializzata in medicina riproduttiva dell'Istituto Marquès di Barcellona - aumentano le possibilità degli spermatozoi di fecondare l'ovocita in laboratorio. In medicina riproduttiva si cerca, da sempre, di riprodurre le stesse condizioni presenti nell'utero materno, cioè temperatura, oscurità, livelli di Co2 e ossigeno. La grande sfida è stata riuscire a riprodurre i continui movimenti intrauterini. Grazie alla musica negli incubatori, adesso siamo in grado di riprodurre movimenti analoghi a quelli peristaltici delle tube di Falloppio, dove si muovono gli ovociti nel loro cammino naturale verso l'utero. Un'innovazione che ha comportato un aumento del 5% della percentuale di fecondazione, ovvero delle probabilità per gli spermatozoi di fecondare gli ovociti".

Pop, heavy metal e musica classica funzionano tutte indifferentemente - Per la prima volta nella storia della fecondazione assistita, all'lstituto Marquès tutti gli incubatori embrionari sono stati dotati di altoparlanti e, grazie al supporto di tecnici del suono, il team del dipartimento di embriologia della clinica ha creato un programma capace di emettere micro vibrazioni per 24 ore al giorno, selezionando tre differenti stili musicali: pop, heavy metal e musica classica, anche se, come precisa Moffa: "Non sono state rilevate importanti differenze tra l'uno o l'altro genere musicale".

La percentuale di fecondazione aumenta del 4,8%  - A supporto dell'utilizzo di tale tecnica è stato realizzato anche lo studio “Impact of exposure to music during in Vitro culture on embryo development”, presentato lo scorso mese di luglio in occasione del congresso della Società europea di riproduzione (Eshre), che ha analizzato 985 ovociti fecondati di 114 pazienti differenti. Gli ovociti di ogni paziente sono stati suddivisi in 2 gruppi differenti, ognuno dei quali sottoposto a differenti colture: il primo in un incubatore dotato di altoparlante e il secondo in un incubatore convenzionale. Lo studio ha dimostrato che gli ovociti in coltura con le micro vibrazioni musicali hanno avuto una percentuale di fecondazione maggiore (+4,8%) rispetto agli altri.

30 ottobre 2013
Tiscali news

martedì 22 ottobre 2013

Durante il sonno il cervello espelle le tossine

22 ottobre 2013 - Uno studio finanziato dal National Institute of Neurological Disorder and Stroke (NINDS), parte del NIH (National Institut of Health), ha scoperto che durante il sonno il cervello è in grado di liberarsi delle tossine. La cosa accade perché lo spazio fra le cellule cerebrali, mentre dormiamo, aumenta, permettendo l’eliminazione di sostanze dannose.
Sembrerebbe un aspetto da non sottovalutare nella cura e nella prevenzione delle malattie: il sonno avrebbe un ruolo molto importante se lo studio in questione, condotto su modelli murini, trovasse ulteriori conferme.
“Il sonno cambia la struttura cellulare del cervello. Sembra essere uno stato completamente diverso”, ha detto Maiken Nedergaard, dell’Università di Rochester di New York, e primo autore dello studio.

Per secoli, gli scienziati e filosofi si sono chiesti perché le persone dormono e come questo influenzi il cervello. Solo di recente gli scienziati hanno dimostrato che il sonno è importante per la memorizzazione dei ricordi. In questo studio, il dottor Nedergaard e i suoi colleghi inaspettatamente hanno scoperto che il sonno può essere anche il periodo in cui il cervello si purifica dalle molecole tossiche.
I loro risultati, pubblicati su Science, mostrano che durante il sonno, un sistema chiamato glinfatico si può aprire, lasciando che il flusso attraversi il cervello. Nedergaard ha recentemente scoperto che il sistema glinfatico aiuta a controllare il flusso del liquido cerebrospinale, un liquido che circonda il cervello e il midollo spinale.
“È come se il dottor Nedergaard e i suoi colleghi avessero scoperto una rete di tunnel nascosti e questi risultati entusiasmanti evidenziano la potenziale importanza della rete nelle normali funzioni del cervello”, ha detto Roderick Corriveau, direttore del programma di NINDS.

Inizialmente i ricercatori hanno studiato il sistema iniettando colorante nel liquido dei topi per vederlo scorrere attraverso il loro cervello monitorando contemporaneamente l’attività elettrica del cervello. Il colorante scorreva rapidamente quando i topi erano inconsci, sia addormentati che anestetizzati. Al contrario il liquido a malapena scorreva quando gli stessi topi erano svegli.
“Siamo rimasti sorpresi da quanto poco il flusso scorresse nel cervello quando i topi erano svegli”, ha detto il dottor Nedergaard . Inoltre, ha aggiunto l’esperto “la posizione delle cellule del cervello cambia notevolmente tra stati di coscienza e inconsci”.

Per verificare questa idea i ricercatori hanno utilizzato elettrodi inseriti nel cervello per misurare direttamente lo spazio tra le cellule cerebrali. Essi hanno scoperto che lo spazio all’interno del cervello è aumentato del 60 per cento quando i topi erano addormentati o anestetizzati.
“Questi sono alcuni dei cambiamenti nello spazio extracellulare”, ha detto Charles Nicholson, professore presso la New York University.

Alcune cellule cerebrali, chiamate glia,controllano il flusso attraverso il sistema glinfatico. La noradrenalina è un ormone eccitante che controlla anche il volume delle cellule. Gli scienziati hanno poi trattato i topi con farmaci che bloccano la noradrenalina inducendo un aumento del flusso del liquido cerebrale e lo spazio tra le cellule, sostenendo ulteriormente il legame tra il sistema glinfatico e la coscienza.

Precedenti studi suggeriscono che le molecole tossiche coinvolte nei disordini neurodegenerativi si accumulano nello spazio tra le cellule cerebrali. In questo studio, i ricercatori hanno testato se il sistema glinfatico controllasse questo accumulo iniettando nei topi con la proteina beta amiloide fra le cause dell’Alzheimer. I ricercatori hanno potuto osservare che nei topi svegli la proteina non veniva smaltita, mentre nei topi che dormivano la proteina veniva smaltita durante il sonno.
“Questi risultati possono avere vaste implicazioni per molteplici disturbi neurologici”, ha detto Jim Koenig, direttore del programma di NINDS. “Questo significa che le cellule che regolano il sistema glinfatico possono essere nuovi obiettivi per il trattamento di una serie di disturbi”.

Fonte: gaianews.it

mercoledì 16 ottobre 2013

Mangiare tipi diversi di frutta e verdura riduce il rischio di diabete

 

 

Un recente studio pubblicato sulla rivista Diabetes Care ha evidenziato che mangiando tipi diversi di frutta e verdura si riduce il rischio di sviluppare il diabete. Lo studio, condotto a Cambridge, ha seguito per undici anni 3.700 partecipanti di età compresa tra i 40 e i 70 anni con abitudini alimentari diverse. I ricercatori hanno rilevato che coloro che mangiavano una grande quantità di frutta e verdura indipendentemente dalla quantità (in media ne consumavano 16 tipi diversi), avevano una più bassa incidenza di ammalarsi di diabete rispetto a coloro che ne consumavano in media 8 tipi diversi. I ricercatori hanno evidenziato che fare esercizio fisico e seguire una dieta adeguata con un elevato apporto di frutta e verdura riduce il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 del 21%. Variare frutta e verdura risulta quindi di fondamentale importanza per nutrire il nostro fisico non solo con vitamine e minerali ma anche con composti di fibre e vegetali. I ricercatori suggeriscono di mangiare ogni giorno frutta e verdura di colori diversi per essere sicuri di introdurre con la dieta le diverse varietà.

16/10/2013
 
Le notizie sono tratte da Parma Salute News, newsletter diretta da Gianfranco Beltrami (medico sportivo e docente facoltà Scienze motorie Università di Parma)

venerdì 11 ottobre 2013

il melogano

Il melograno è veleno per i tumori


Foto: Il melograno è veleno per i tumori

Il melograno è una ricca fonte di acido ellagico, una sostanza recentemente portata alla luce dalla ricerca e contenuta anche nei lamponi, nelle fragole e nelle noci. Ed è proprio questo acido che indurrebbe la morte delle cellule cancerose.

Una ricerca di qualche anno fa condotta in Israele da Michael Aviram, biochimico, ha scoperto che questo frutto possiede proprietà non solo terapeutiche, ma addirittura antitumorali, essendo estremamente ricco in flavonoidi, potenti antiossidanti che proteggono il cuore e le arterie.

Il succo di melograno, secondo la ricerca, è praticamente tossico nei confronti delle cellule cancerose. Il melograno è infatti una ricca fonte di acido ellagico, una sostanza recentemente portata alla luce dalla ricerca e contenuta anche nei lamponi, nelle fragole e nelle noci. Ed è proprio questo acido che indurrebbe la morte delle cellule cancerose.

Conferma in tal senso arriverebbe proprio in questi giorni dal sito britannico «Dailymail.co.uk» dove si legge che alcune componenti del succo in questione inibirebbero il moto delle cellule tumorali oltre ad azzerare la loro diffusione.

La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricercatori della University of California che hanno presentato i risultati del loro studio all'American Society for Cell Biology di Philadelphia.

Ecco qui di seguito elencati i benefici del frutto relativi a:

- tumore alla prostata: il succo di melograno rallenta la progressione del cancro suddetto. Inoltre, il suo regolare consumo aumenta nelle persone operate e sottoposte a radioterapia gli effetti benefici della cura ed abbrevia sensibilmente i tempi di recupero;

- tumore ai polmoni: bere succo di melograno può aiutare a ridurre lo sviluppo delle cellule del cancro ai polmoni e risulta un valido aiuto per la prevenzione;

- tumore alla mammella: inibizione della proliferazione delle cellule cancerogene del seno.

Di nuovo è la natura a venire incontro all'uomo.
E di solito non avviene quasi mai il contrario.

(Tratto da uno studio di ricercatori della University of California)

(Green)
Il melograno è una ricca fonte di acido ellagico, una sostanza recentemente portata alla luce dalla ricerca e contenuta anche nei lamponi, nelle fragole e nelle noci. Ed è proprio questo acido che indurrebbe la morte delle cellule cancerose.

Una ricerca di qualche anno fa condotta in Israele da Michael Aviram, biochimico, ha scoperto che questo frutto possiede proprietà non solo terapeutiche, ma addirittura antitumorali, essendo estremamente ricco in flavonoidi, potenti antiossidanti che proteggono il cuore e le arterie.

Il succo di melograno, secondo la ricerca, è praticamente tossico nei confronti delle cellule cancerose. Il melograno è infatti una ricca fonte di acido ellagico, una sostanza recentemente portata alla luce dalla ricerca e contenuta anche nei lamponi, nelle fragole e nelle noci. Ed è proprio questo acido che indurrebbe la morte delle cellule cancerose.
Conferma in tal senso arriverebbe proprio in questi giorni dal sito britannico «Dailymail.co.uk» dove si legge che alcune componenti del succo in questione inibirebbero il moto delle cellule tumorali oltre ad azzerare la loro diffusione.

La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricercatori della University of California che hanno presentato i risultati del loro studio all'American Society for Cell Biology di Philadelphia.

Ecco qui di seguito elencati i benefici del frutto relativi a:

- tumore alla prostata: il succo di melograno rallenta la progressione del cancro suddetto. Inoltre, il suo regolare consumo aumenta nelle persone operate e sottoposte a radioterapia gli effetti benefici della cura ed abbrevia sensibilmente i tempi di recupero;

- tumore ai polmoni: bere succo di melograno può aiutare a ridurre lo sviluppo delle cellule del cancro ai polmoni e risulta un valido aiuto per la prevenzione;

- tumore alla mammella: inibizione della proliferazione delle cellule cancerogene del seno.

Di nuovo è la natura a venire incontro all'uomo.
E di solito non avviene quasi mai il contrario.

(Tratto da uno studio di ricercatori della University of California)

sabato 5 ottobre 2013

Il caldo estremo mette in pericolo i koala
 



5 ottobre 2013 - La denuncia arriva da un nuovo studio che ha monitorato per tre anni le abitudini e i comportamenti in natura di un gruppo di 40 koala esemplari nel New South Wales nord-occidentale, esaminandone nidi e regimi alimentari.


Il koala potrebbe dover affrontare un fase critica se le temperature in Australia continueranno ad aumentare ai ritmi attuali. La denuncia arriva da un nuovo studio condotto da Mathew Crowther della University of Sydney che ha monitorato per tre anni le abitudini e i comportamenti in natura di un gruppo di 40 koala (Phascolarctos cinereus) nel New South Wales nord-occidentale, esaminandone nidi e regimi alimentari. Dai dati è emerso che caldo eccessivo e incendi inducono i koala a cercare riparo tra gli alberi dalle foglie fitte. 
«La nostra ricerca - ha spiegato l’autore in una nota - ha dimostrato che i koala si affidano durante il giorno agli alberi molto prosperosi per ripararsi dalle ondate di calore eccessive e dagli incendi mentre di notte si nutrono di foglie di eucalipto. Maggiore sarà il caldo diurno maggiore sarà la necessità di questi animali di rifugiarsi tra le vegetazioni fitte. Di qui l’importanza di garantire un habitat dotato di consistenti “scorte” di alberi utili alla sopravvivenza dei koala”. Un’emergenza, confermata dal fatto che circa un quarto degli animali che hanno preso parte allo studio sono stati spazzati via dal caldo estremo che precedette gli incendi del Black Saturday australiano nel 2009. 

www.lastampa.it


venerdì 4 ottobre 2013

Blitz Greenpeace, D'Alessandro a console: sto bene

4 ottobre 2013 - Il Console Generale italiano a San Pietroburgo ha ricevuto una telefonata di Cristian D'Alessandro, l'attivista di Greenpeace detenuto in Russia, che ha confermato di essere in buone condizioni di salute. Lo rende noto la Farnesina. Il console sta inoltre organizzando un incontro tra D'Alessandro e i genitori che si recheranno in Russia nella terza settimana di ottobre. Le autorità russe hanno assicurato piena disponibilità ad autorizzare visite consolari e di parenti.

(ANSA)

giovedì 3 ottobre 2013

Alimenti da non dare ai cani e ai gatti

E’ tempo di fare chiarezza: quali sono gli alimenti da non dare assolutamente da mangiare a cani e gatti? Vediamo quali sono i cibi che fanno male ai nostri pet.


Alimenti da non dare ai cani e ai gatti

3 ottobre 2013 - Purtroppo non posso fare a meno di notare come ci sia una totale disinformazione per quanto riguarda la corretta alimentazione dei nostri pet. Non sto parlando dell’eterna diatriba fra alimentazione commerciale e casalinga, fra dieta naturale e dieta Barf, no, qui parlo dei basilari. Ci sono ancora persone convinte che se il cane mostra gradimento per un cibo, allora di sicuro quel cibo non gli farà male. Peccato che il salamino piccante non sia proprio l’ideale per il nostro cane.
Prima di tutto dobbiamo entrare nell’ottica di idee che l’intestino del cane e del gatto non è equivalente al nostro intestino. Ciò porta alla seconda considerazione, ovvero dal punto di vista alimentare ed educativo il cane deve essere considerato un cane e il gatto un gatto, non un piccolo umano in miniatura. Terzo, non tutto ciò che piace fa bene alla salute: a me piacciono patatine e fritti, ma dire che facciano bene alla salute è un altro discorso.
A beneficiare di una corretta alimentazione sarà in primis il vostro cane e il vostro micio, in secondo luogo voi perché non dovrete sborsare soldi per curare continuamente diarree, vomiti, pancreatiti, allergie alimentari e via dicendo e in terzo luogo anche il veterinario. Avete idea di quanto sia frustrante per un veterinario sentirsi aggredire continuamente da proprietari imbufaliti perché il loro pet non guarisce da vomiti e diarree cronici o da allergie alimentari e poi scoprire che non viene fatta la dieta corretta, ma che quel cane si mangia mortadella e cappelletti in brodo tutti i giorni? Suvvia, un po’ di sano esame di coscienza farebbe bene a tutti. Vuoi che i sintomi del cane o del gatto passino? Devi attenerti strettamente alla dieta indicata dal tuo veterinario. Ti spiace che il cane non possa mangiare gli avanzi di lasagne e vuoi darglieli lo stesso? Il pet è tuo, la responsabilità della sua salute è alla fine tua, solo poi non ti andare a lamentare di quanto costano i farmaci o il veterinario se continui a dargli i cibi sbagliati, che ognuno si assuma le proprie responsabilità.

Ovviamente non posso indicare proprio tutti gli alimenti da non dare, è impossibile fare un elenco anche perché ho notato che i proprietari in merito hanno una ricca fantasia: devo forse elencare ogni singolo primo piatto, lasagne, cappelletti, tortellini, tagliatelle al sugo e via dicendo? Ci va un po’ di buon senso. 

Comunque ecco gli alimenti da non dare mai ai cani:
  • avanzi da tavola: ovvio che gli piacciono di più, ma l’intestino del cane non è strutturato per digerire i condimenti dell’alimentazione umana. Per avanzi intendo anche i cappelletti in brodo cucinati appositamente per lui
  • ossa: ne avevo già parlato in precedenza, rischiamo perforazioni intestinali, emorragie e blocchi intestinali
  • cioccolata: vero e proprio veleno per i cani, non hanno gli enzimi necessari per eliminarla dall’organismo
  • cipolla (e aglio): vale soprattutto per il gatto, ma anche nel cane è bene non dare cipolla e aglio. Attenzione poi agli omogeneizzati per bambini dati in casi particolari, scegliete quelli senza cipolla
  • caffè, te: vedi il discorso della cioccolata
  • uva e uvetta
  • pollo crudo: troppo alto il rischio di Salmonellosi
  • lardo, salame, mortadella, pancetta, salumi in generale: vi sembrano gli alimenti ideali per un cane? Ci credo che poi abbiamo numerosi cani con pancreatite!
  • uova crude: o meglio, l’albume, cioè il bianco dell’uovo, contiene l’avidina, una sostanza che blocca l’assorbimento della biotina, una vitamina del gruppo B
  • pesce crudo: contiene un’anti-tiaminasi, ovvero una sostanza che blocca l’assorbimento della tiamina
  • dolci: di qualsiasi natura e genere, inclusi i gelati, predispongono al diabete mellito
  • bevande zuccherate: vedi il discorso diabete mellito
  • sale: severamente vietato aggiungere sale nella dieta del cane per preservare i reni il più possibile e non aggravare patologie cardiache
  • formaggi e latte: il problema è che se di tanto in tanto dai un pezzettino di mozzarella al cane, probabilmente non succede nulla. Ma se al proprietario dici “Ogni tanto puoi dargli un pezzettino di mozzarella”, lui recepirà “Tutti i giorni posso dare la gorgonzola al cane”. Non sto scherzando, è la pura e semplice constatazione dei fatti. Per quanto riguarda il latte, invece, i cani non hanno gli enzimi intestinali necessari per digerirlo e provoca diarrea
  • cibi per gatti: sono troppo proteici per il cane e sovraccarichiamo i reni
  • frutta: troppo zuccherina, vedi il rischio diabete mellito
Ed ecco gli alimenti da non dare ai gatti, più o meno sono gli stessi dei cani:
  • avanzi da tavola: se è difficile bloccare una diarrea nel cane, nel gatto lo è ancora di più, specie se associata ad errata alimentazione e mal digestione
  • cibi per cani: troppo poveri di proteine
  • cipolle e aglio: provocano una forma di anemia emolitica letale
  • uovo crudo: di nuovo sempre per il problema dell’avidina che blocca l’assorbimento della biotina, una vitamina del gruppo B
  • pesce crudo: di nuovo qui abbiamo l’anti-tiaminasi. Ora, il discorso è questo: se una volta ogni morte di papa do al gatto un sardoncino, probabile che non succeda nulla. Ma per il principio secondo il quale io, veterinaria, dico “Ogni tanto puoi dargli un sardoncino crudo” e il proprietario interpreta a modo suo “Puoi dargli tutti i giorni pesce crudo, anzi, d’ora in poi il gatto dovrà mangiare solo pesce crudo”, ecco che allora è bene evitare ogni tentazione
  • pollo crudo: sempre per il rischio Salmonellosi
  • cioccolata: stesso discorso del cane, è un veleno
  • ossa: sempre perché creano emorragie intestinali, perforazione intestinale e blocco intestinale
  • lische di pesce: di nuovo finiscono per rimanere incastrate da qualche parte e causare grave sintomatologia
  • dolci e bevande zuccherate: sempre per il rischio diabete mellito
  • sale
  • formaggi e latte: continuo a ribadire che i gatti non hanno gli enzimi giusti per digerire entrambi, non stupitevi se poi vomitano e vanno in diarrea
  • salumi: niente salame, pancetta, lardo, mortadella ai gatti. O qualsiasi altro salume vi venga in mente, non posso certo elencarli tutti
  • tonno in scatola: sempre solito discorso. Un pezzettino di quando in quando non nuoce, dato tutti i giorni rischia di provocare carenze
  • frutta: vedi sempre il rischio diabete mellito
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. 

http://www.petsblog.it

mercoledì 2 ottobre 2013

ORSO UCCISO, 1.000€ PER CHI FORNIRÀ NOTIZIE UTILI A CATTURA RESPONSABILE
In Trentino


2 ott 13 - Sembra sia stata sufficiente una sola pallottola per mettere fine alla vita di un giovane orso in provincia di Trento, una sola pallottola che lo ha colpito ad una zampa. La morte è probabilmente arrivata come una liberazione, dopo una lunga agonia trascorsa zoppicando nei boschi della Val di Rabbi.

M2, questa la sigla che identificava l’orso, è l’ennesima vittima di quella “logica” venatoria per la quale altri orsi sono già stati uccisi, la stessa per la quale centinaia di migliaia di animali vengono uccisi ogni anno: se un animale crea un qualche disagio – vero o presunto – alle attività umane, deve essere ucciso.

“In provincia di Trento, poi, le forze politiche, con in testa la Lega Nord, spargono a piene mani dosi di insensato terrorismo fra la popolazione, a scopi puramente elettorali – commenta Massimo Vitturi, responsabile LAV settore Caccia e fauna selvatica – con l’effetto di diffondere inutilmente preoccupazione e paure per ipotetici attacchi agli uomini, che mai sono stati registrati da quando, nel 1999, è stato avviato il progetto di reintroduzione dell’orso”.

La LAV chiede che siano svolte rapidamente approfondite indagini, anche in collaborazione con il Centro di Referenza Nazionale del Ministero della Salute per la Medicina Forense Veterinaria, istituzione di eccellenza in Italia nell’accertamento dei reati in danno agli animali.

“Auspichiamo che l’apparato investigativo del Corpo Forestale possa individuare ed assicurare alla Giustizia in tempi rapidi il responsabile della feroce uccisione dell’orso M2 – prosegue Vitturi – la LAV, da parte sua, mette a disposizione 1.000€ per chiunque possa fornire informazioni utili ad individuare chi ha premuto il grilletto contro l’orso M2”.

Gli orsi vengono regolarmente accusati di essere la causa di morte di alcuni animali d’allevamento, è importante però ricordare che la provincia di Trento mette a disposizione degli allevatori finanziamenti a fondo perduto per la costruzione di recinzioni anti-orso e per il risarcimento monetario degli animali eventualmente uccisi dall’orso. 


http://www.animalieanimali.it

martedì 1 ottobre 2013

SEQUESTRO DELFINI RIMINI, CETACEI MIGLIORANO A GENOVA
Dopo l'intervento del Corpo Forestale dello Stato


1 ott 13 - Migliorano le condizioni di salute dei delfini del Delfinario di Rimini, dopo che il Tribunale del Riesame ha respinto l'istanza di dissequestro avanzata dai legali del Delfinario riconoscendo la validità dei provvedimenti assunti dalla Procura a seguito delle indagini svolte dal Corpo forestale dello Stato, "sussistendo tutti gli elementi utili ad ipotizzare il reato di maltrattamento ai danni dei 4 tursiopi sequestrati tra il 13 e il 14 settembre". Il trasferimento dei mammiferi è stato eseguito utilizzando quattro specifiche "unità di trasporto per cetacei" posizionate nel vano di carico di un idoneo automezzo isotermico, secondo una procedura conforme agli standard previsti dalla legge, in ambiente controllato e a temperatura dell'acqua costante di 23-24 C.
Gli esemplari sono attualmente ospitati in apposite vasche curatoriali e costantemente monitorati da parte di una equipe medico veterinaria specializzata nella gestione e cura di mammiferi marini. "Nei primi giorni dopo l'arrivo, - si legge in una nota del Corpo Forestale - i delfini sono apparsi fin da subito sensibili agli stimoli esterni e hanno mostrato un comportamento di allerta, tipico della fase di adattamento. Dopo due settimane di permanenza a Genova, le femmine "Alfa", madre degli altri tre esemplari, e "Luna" non presentano problematiche di particolare rilevanza. "Sole", maschio di 18 anni, denota oggi un buon livello di adattamento al nuovo ambiente, anche se più lento rispetto alle femmine, probabilmente a causa della somministrazione prolungata di ormoni cui è stato sottoposto fino ad oggi".
" Anche il piccolo "Lapo", maschio di 6 anni, ha un comportamento diverso rispetto agli altri tre perché eccessivamente legato alla madre e non sufficientemente autonomo. Basti pensare all'anomalo allattamento prolungato fino alla sua età, situazione già nota prima del trasferimento all'Acquario. Anche per lui il ritardo nell'adattamento potrebbe essere riconducibile all'eccessiva somministrazione di ormoni, oltre che al mancato svezzamento". La permanenza nella nuova struttura consentirà, ultimata la fase di adattamento, di eliminare gradualmente l'impiego di farmaci nella gestione degli animali.


(ANSA)