martedì 1 ottobre 2013

SEQUESTRO DELFINI RIMINI, CETACEI MIGLIORANO A GENOVA
Dopo l'intervento del Corpo Forestale dello Stato


1 ott 13 - Migliorano le condizioni di salute dei delfini del Delfinario di Rimini, dopo che il Tribunale del Riesame ha respinto l'istanza di dissequestro avanzata dai legali del Delfinario riconoscendo la validità dei provvedimenti assunti dalla Procura a seguito delle indagini svolte dal Corpo forestale dello Stato, "sussistendo tutti gli elementi utili ad ipotizzare il reato di maltrattamento ai danni dei 4 tursiopi sequestrati tra il 13 e il 14 settembre". Il trasferimento dei mammiferi è stato eseguito utilizzando quattro specifiche "unità di trasporto per cetacei" posizionate nel vano di carico di un idoneo automezzo isotermico, secondo una procedura conforme agli standard previsti dalla legge, in ambiente controllato e a temperatura dell'acqua costante di 23-24 C.
Gli esemplari sono attualmente ospitati in apposite vasche curatoriali e costantemente monitorati da parte di una equipe medico veterinaria specializzata nella gestione e cura di mammiferi marini. "Nei primi giorni dopo l'arrivo, - si legge in una nota del Corpo Forestale - i delfini sono apparsi fin da subito sensibili agli stimoli esterni e hanno mostrato un comportamento di allerta, tipico della fase di adattamento. Dopo due settimane di permanenza a Genova, le femmine "Alfa", madre degli altri tre esemplari, e "Luna" non presentano problematiche di particolare rilevanza. "Sole", maschio di 18 anni, denota oggi un buon livello di adattamento al nuovo ambiente, anche se più lento rispetto alle femmine, probabilmente a causa della somministrazione prolungata di ormoni cui è stato sottoposto fino ad oggi".
" Anche il piccolo "Lapo", maschio di 6 anni, ha un comportamento diverso rispetto agli altri tre perché eccessivamente legato alla madre e non sufficientemente autonomo. Basti pensare all'anomalo allattamento prolungato fino alla sua età, situazione già nota prima del trasferimento all'Acquario. Anche per lui il ritardo nell'adattamento potrebbe essere riconducibile all'eccessiva somministrazione di ormoni, oltre che al mancato svezzamento". La permanenza nella nuova struttura consentirà, ultimata la fase di adattamento, di eliminare gradualmente l'impiego di farmaci nella gestione degli animali.


(ANSA)

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