L’ALTRA FACCIA DEGLI AFFIDI DI GREEN HILL:
BEAGLE AI CACCIATORI?
BEAGLE AI CACCIATORI?
L’operazione
di affido dei beagle di Green Hill è giunta al termine ed è quindi
giunto il momento di evidenziare alcuni punti oscuri nella gestione dei
custodi giudiziari, Legambiente e Lav. La scelta di comunicarlo ora
non è casuale e trova la sua motivazione nell’aver dato al maggior
numero possibile di beagle una nuova casa adatta alle loro esigenze.
Il primo punto critico riguarda il mancato inserimento, nel modulo che elencava i requisiti che gli aspiranti affidatari dovevano avere, della non appartenenza a enti, associazioni, o gruppi venatori, elemento invece importante vista la razza dei cani (segugi utilizzati per la caccia) che si andavano ad affidare. Sono ben note le condizioni vergognose in cui sono detenuti moltissimi cani usati per le battute di caccia. Animali considerati esclusivamente come uno strumento (così come nei laboratori di vivisezione), alla stregua del fucile.
Il primo punto critico riguarda il mancato inserimento, nel modulo che elencava i requisiti che gli aspiranti affidatari dovevano avere, della non appartenenza a enti, associazioni, o gruppi venatori, elemento invece importante vista la razza dei cani (segugi utilizzati per la caccia) che si andavano ad affidare. Sono ben note le condizioni vergognose in cui sono detenuti moltissimi cani usati per le battute di caccia. Animali considerati esclusivamente come uno strumento (così come nei laboratori di vivisezione), alla stregua del fucile.
Inoltre, per la scelta
degli affidatari dei beagle, i custodi giudiziari Legambiente e Lav si
sono appoggiati sia ad associazioni esperte in tema di affidi di
animali, ma anche ad associazioni prive di competenze specifiche per la
selezione di famiglie idonee e dislocate nel Sud Italia (nonostante
fosse stato specificato che i cani sarebbero stati affidati solo nel
Nord Italia per richiesta della Procura di Brescia e per non sottoporre
i cani a stress eccessivo), oltre che ad associazioni cinofile
filo-venatorie.
Come si evince dal sito di Legambiente, infatti, tra le associazioni di cui è stata accettata l’adesione all’operazione SOS Green Hill figurano infatti:
Come si evince dal sito di Legambiente, infatti, tra le associazioni di cui è stata accettata l’adesione all’operazione SOS Green Hill figurano infatti:
- APNEC e Libertas, che patrocinano eventi di formazione sulla preparazione di cani da caccia, oltre ad annoverare tra i soci molti preparatori di cani all’attività venatoria;
- Centro Cinoagonistico Borgomanerese e Centro Cinoagonistico Siracusano (Sicilia), entrambi affiliati al CSAA (Centro sportivo e delle attività per l’ambiente), federato con Arcicaccia e organizzatore di attività di cinofilia venatoria;
- ADLA Onlus, canile di Napoli
Il
dubbio sulla consegna dei beagle nelle mani di cacciatori è infine
legittimato dalla presenza di 7 beagle a Festambiente, festa
organizzata da Legambiente lo scorso agosto: all’affido del primo cucciolo ha fatto da padrino Osvaldo Veneziano, presidente nazionale di Arcicaccia.
Tutti i cani affidati
attraverso l’OIPA sono stati dati in mano a persone adatte e
consapevoli della scelta che stavano facendo, non consegnati a
cacciatori o a persone inesperte pronte a riportarli indietro alla prima
pipì sul tappeto, come sembrerebbe realmente accaduto stando a
moltissime segnalazioni circolate. L’abbiamo fatto per Lapo, cucciolo
di 4 mesi simpatico e furbetto, Sally, adulta con un sospetto di
gravidanza, Carlotta, cucciola di 3 mesi senza coda, Tara, adulta che
si è riaperta al mondo dopo una corsa in giardino, Duna, cucciola di 4
mesi che ha imparato a conoscere i gatti, Anya, cucciola di 3 mesi che
appena arrivata a casa ha dormito per la prima volta serenamente…e
tante altre creature per le quali abbiamo potuto scrivere un futuro
diverso.
Il caso Green Hill è stato
senza dubbio un potente catalizzatore di attenzione mediatica e
occasione di fund raising, ecco perchè fin da subito abbiamo
evidenziato la pericolosità della corsa per accaparrarsi una parte di
visibilità a discapito dell’oculatezza nell’affido dei cani.
L’importante era certamente svuotare quei capannoni velocemente, ma le
manie di protagonismo hanno, in alcuni casi, causato ulteriore
sofferenza ad animali già fortemente provati.
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