giovedì 20 settembre 2012

L’ALTRA FACCIA DEGLI AFFIDI DI GREEN HILL:
BEAGLE AI CACCIATORI?


L’operazione di affido dei beagle di Green Hill è giunta al termine ed è quindi giunto il momento di evidenziare alcuni punti oscuri nella gestione dei custodi giudiziari, Legambiente e Lav. La scelta di comunicarlo ora non è casuale e trova la sua motivazione nell’aver dato al maggior numero possibile di beagle una nuova casa adatta alle loro esigenze.
Il primo punto critico riguarda il mancato inserimento, nel modulo che elencava i requisiti che gli aspiranti affidatari dovevano avere, della non appartenenza a enti, associazioni, o gruppi venatori, elemento invece importante vista la razza dei cani (segugi utilizzati per la caccia) che si andavano ad affidare. Sono ben note le condizioni vergognose in cui sono detenuti moltissimi cani usati per le battute di caccia. Animali considerati esclusivamente come uno strumento (così come nei laboratori di vivisezione), alla stregua del fucile.


Inoltre, per la scelta degli affidatari dei beagle, i custodi giudiziari Legambiente e Lav si sono appoggiati  sia ad associazioni esperte in tema di affidi di animali, ma anche ad associazioni prive di competenze specifiche per la selezione di famiglie idonee e dislocate nel Sud Italia (nonostante fosse stato specificato che i cani sarebbero stati affidati solo nel Nord Italia per richiesta della Procura di Brescia e per non sottoporre i cani a stress eccessivo), oltre che ad associazioni cinofile filo-venatorie.
Come si evince dal sito di Legambiente, infatti, tra le associazioni di cui è stata accettata l’adesione all’operazione SOS Green Hill figurano infatti:
Il dubbio sulla consegna dei beagle nelle mani di cacciatori è infine legittimato dalla presenza di 7 beagle a Festambiente, festa organizzata da Legambiente lo scorso agosto: all’affido del primo cucciolo ha fatto da padrino Osvaldo Veneziano, presidente nazionale di Arcicaccia. 


Osvaldo Veneziano presidente nazionale di Arcicaccia
 
Tutti i cani affidati attraverso l’OIPA sono stati dati in mano a persone adatte e consapevoli della scelta che stavano facendo, non consegnati a cacciatori o a persone inesperte pronte a riportarli indietro alla prima pipì sul tappeto, come sembrerebbe realmente accaduto stando a moltissime segnalazioni circolate. L’abbiamo fatto per Lapo, cucciolo di 4 mesi simpatico e furbetto, Sally, adulta con un sospetto di gravidanza, Carlotta, cucciola di 3 mesi senza coda, Tara, adulta che si è riaperta al mondo dopo una corsa in giardino, Duna, cucciola di 4 mesi che ha imparato a conoscere i gatti, Anya, cucciola di 3 mesi che appena arrivata a casa ha dormito per la prima volta serenamente…e tante altre creature per le quali abbiamo potuto scrivere un futuro diverso.

Il caso Green Hill è stato senza dubbio un potente catalizzatore di attenzione mediatica e occasione di fund raising, ecco perchè fin da subito abbiamo evidenziato la pericolosità della corsa per accaparrarsi una parte di visibilità a discapito dell’oculatezza nell’affido dei cani. L’importante era certamente svuotare quei capannoni velocemente, ma le manie di protagonismo hanno, in alcuni casi, causato ulteriore sofferenza ad animali già fortemente provati.

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