La sindrome di Stendhal?
Questione di punti di vista
Uno studio italiano ha "misurato" l’emozione che si prova mentre si
contempla il Mosè di Michelangelo, scoprendo che cambia a seconda del
punto di osservazione. Lo rivelano l'attività cerebrale, il battito
cardiaco e la sudorazione
di Valentina TudiscaGuardare un'opera d'arte può attivare ondate di piacere nel cervello, ma sono soprattutto i ritratti a provocare un'emozione che coinvolge tutto il corpo. È il risultato di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università la Sapienza di Roma, guidato da Fabio Babiloni, che ha monitorato le reazioni provate da alcuni volontari davanti a un capolavoro assoluto della storia mondiale: il Mosè di Michelangelo, nella chiesa romana di San Pietro in Vincoli.
Percezione della scultura
Fotografia di BrainSigns srl, Università Sapienza di Roma
Fotografia di BrainSigns srl, Università Sapienza di Roma
Dallo studio è emerso che le reazioni sarebbero diverse a seconda del punto di osservazione scelto, e che piacere estetico-cerebrale e coinvolgimento emotivo corporeo non sarebbero necessariamente correlati. Il primo, infatti, è risultato massimo da una posizione frontale che consentiva di cogliere il maggior numero di dettagli dell’opera, mentre il secondo da una posizione laterale, che permetteva di guardare il Mosè in viso. I risultati dello studio, che per la prima volta indaga l’effetto sul cervello della percezione di una statua, saranno presentati al Congresso mondiale di Bioingegneria (IEEE-EMBS) di Chicago il prossimo agosto.
Da diversi anni i meccanismi cerebrali che entrano in gioco nell’esperienza estetica sono oggetto di indagine. Se ne occupa uno specifico ramo delle neuroscienze: la neuroestetica. La maggior parte degli studi in quest’ambito hanno finora riguardato la fruizione di opere pittoriche. Osservare una scultura introduce una variabile ulteriore nella percezione dell’osservatore rispetto alla bidimensionalità cui è confinato un dipinto.
Nella foto, uno dei partecipanti allo studio di fronte al Mosè nella chiesa di San Pietro in Vincoli.
http://www.nationalgeographic.it
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