Cuore sano = cuore vegetariano
Nuova scoperta sulla relazione tra consumo di carne e aterosclerosi.
14 aprile 2013 - Un nuovo studio condotto dai ricercatori della Cleveland Clinic's Heart
and Vascular Institute ha sottoposto a indagini cardiologiche un gruppo
di 2595 pazienti, suddivisi in tre gruppi (onnivori,
latto-ovo-vegetariani e vegani), e ne ha valutato i livelli di
carnitina, di TMAO (trimethylamine-N-oxide) e il rischio
cardiovascolare.
Lo studio ha evidenziato come nei soggetti che presentano più elevati
livelli di TMAO, livelli plasmatici più elevati di carnitina risultino
associati con un maggior rischio di cardiopatia, infarto, ictus
cerebrale e morte.
La carnitina è una sostanza che si trova nel muscolo e interviene
nell'utilizzo dell'energia da parte del muscolo stesso. Oltre ad essere
presente nelle carni (=muscolo animale) è ampiamente utilizzata dagli
sportivi come integratore e viene persino aggiunta ad alcune bevande
“energizzanti”.
La TMAO è un prodotto che deriva dalla trasformazione della carnitina
stessa ad opera dei batteri intestinali, e che potrebbe favorire
l'aterosclerosi, cioè la comparsa di ispessimento e indurimento delle
arterie. I livelli di TMAO sono quindi determinati dal tipo di flora
batterica intestinale.
La flora intestinale degli onnivori, che assumono le maggiori quantità
di carnitina, produce anche più elevate quantità di TMAO, e questa
combinazione potrebbe essere responsabile per loro un maggior rischio
cardiovascolare. Per contro, la produzione di TMAO da parte della flora
batterica intestinale dei vegetariani (latto-ovo e vegani) risulta
essere molto più bassa.
La carnitina è infatti virtualmente assente nelle diete vegetariane (sia
latto-ovo che vegane), e i vegetariani che non utilizzino fonti
artificiali di carnitina di fatto non la assumono con la dieta, cosicché
essa non arriva all'intestino producendo metaboliti dannosi.
L'organismo umano è in grado di produrre da solo la carnitina che gli
serve, nella quantità adeguata, a partire anche da fonti vegetali,
quindi essa non è una sostanza essenziale nell'alimentazione. Questo
studio ha mostrato che non solo non è necessaria, ma anzi, maggiori sono
le quantità assunte, maggiore è il rischio cardiovascolare.
Ecco quindi che, oltre al legame ormai ben accertato tra grassi animali
(cioè grassi saturi e colesterolo) e malattie cardiovascolari, emerge la
possibilità che altri composti contenuti nelle carni, come la carnitina
e i suoi prodotti di trasformazione, aumentino il rischio di malattie
legate all'aterosclerosi in chi mangia carne. Questo può contribuire a
spiegare i ben dimostrati benefici cardiovascolari delle diete che
escludono la carne, cioè le diete vegetariane.
Fonte:
Koeth RA, Wang Z, Levison BS, et al. Intestinal microbiota metabolism of L-carnitine, a nutrient in red meat, promotes atherosclerosis. Nat Med. Published online April 7, 2013.
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