L'incredibile storia del delfino handicappato "adottato" dai capodogli delle Azzorre
[ 22 gennaio 2013 ]
U. M.
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Science Now riporta un'incredibile storia di solidarietà animale: un branco di capodogli (Physeter macrocephalus) sembra aver adottato, almeno temporaneamente, un delfino con un handicap fisco. La notizia è stata data solo in questi giorni ma è il frutto di un avvistamento fortuito avvenuto nel 2011 nell'Atlantico, circa 15 a 20 km al largo l'isola di Pico, nelle Azzorre, quando tra un gruppo di questi giganteschi cacciatori di calamari abissali è stato avvistato un tursiope adulto (Tursiops truncatus ) con una malformazione spinale che sembra aver instaurato un contatto sociale interspecifico con i suoi giganteschi "cugini".
Tra gli animali sono note "amicizie" tra membri di specie diverse, relazioni spesso di breve durata che offrono una maggiore protezione dai predatori o il modo di trovare cibo con più facilità. Ma alcune insolite amicizie sembrano essere una risposta al desiderio di avere rapporti sociali; casi di questo tipo però sono più comuni nei rapporti tra animali in cattività.
La società dei delfini è invece gregaria, forse la più gregaria tra quelle dei cetacei, retta da regole che sembrano giocose e che invece, come abbiamo già scritto su greenreport.it, rispondono ad una feroce e complicata gerarchia che regola foraggiamento, accoppiamenti e interazioni tra i singoli individui. I delfini sono anche noti per interagire con altre specie, a cominciare dall'uomo.
Invece, come evidenzia una nuova ricerca che sta per essere pubblicata su Aquatic Mammals , «I capodogli non erano mai stati segnalati per ingraziarsi ad un'altra specie». Si tratta di cacciatori specializzati delle acque profonde che percorrono grandi distanze, misticeti timidi quanto giganteschi che sono tra i cetacei più difficili da osservare. Infatti i ricercatori Alexander Wilson e Jens Krause del Leibniz-Institut für Gewässerökologie und Binnenfischerei (Igb) di Berlino non si aspettavano di trovare un tursiope maschio in mezzo al branco di capodogli che stavano osservando nelle Azzorre e che comprendeva anche diversi cuccioli.
Negli 8 giorni successivi il delfino con la malformazione spinale è rimasto con i capodogli e si è strofinato più di sei volte ai giganteschi cetacei che sembravano almeno tollerarlo e che a volte hanno ricambiato le "effusioni" sociali del tursiope. Wilson, che faceva snorkeling nelle vicinanze per controllare questa strana relazione, spiega: «Sembrava davvero che, per un qualche motivo, avessero accettato il delfino. Erano molto socievoli». I ricercatori non hanno dubbi che si trattasse sempre dello stesso delfino, dato che la sua spina dorsale presentava una malformazione con una curvatura a forma di "S" nella parte posteriore.
Il delfino sembrava in buona salute, ma la malformazione della colonna vertebrale potrebbe essere una spiegazione per capire il suo attaccamento al branco di capodogli. Infatti nelle acque scarseggiano i predatori di cetacei e secondo i ricercatori dell'istituto tedesco, la malformazione avrebbe potuto mettere l'animale in condizioni di svantaggio nel suo branco originario di tursiopi: «Forse non riusciva a tenere il passo con gli altri delfini o aveva un basso status sociale».
Wilson spiega le feroci regole di quelle che sembrano le placide società di tursiopi: «A volte alcuni individui possono essere presi di mira. Può darsi che questo individuo non stesse bene, per così dire, con il suo gruppo originario». Il delfino invece è in grado di tenere il passo dei capodogli perché nuotano più lentamente e lasciano sempre una "babysitter" in superficie con i cuccioli mentre il gruppo scandaglia gli abissi in cerca di prede».
Quel che è meno chiara è la convenienza dei capodogli di tenersi con loro un delfino con un handicap. Lo studio dimostra quindi per la prima volta che questi grandi cetacei hanno la capacità di instaurare un rapporto di questo tipo con cetacei più piccoli. «Il che implica che a volte possono ottenere benefici da loro - dice Wilson - Tuttavia, in questo caso, non c'è alcun vantaggio evidente del tenersi il delfino al loro fianco». Mónica Almeida e Silva, un'esperta di cetacei dell'università delle Azzorre, che non ha partecipato allo studio, solleva un altro problema che rende ancora più incredibile la vicenda. Ha detto a Science Now che «I capodogli hanno buone ragioni per non farsi piacere i tursiopi, ho spesso visto che mentre i capodogli erano a caccia i delfini molestavano i loro cuccioli. Perché i capodogli accettano questo animale nel loro gruppo? E' davvero sconcertante».
L'errore che non bisogna fare è quello della solita antropizzazione di questa inusuale interazione: «I capodogli non hanno pietà per il delfino - spiega Luke Rendell, un biologo comportamentale dell'università britannica di St. Andrews - Un'interpretazione è difficile data la brevità e la rarità dell'osservazione, anche perché si sa molto poco di questi particolari cetacei. Potrebbero semplicemente godersi le attenzioni del delfino, o potrebbero semplicemente pensare, "Wow, questo è proprio uno strano tipo di cucciolo"».
http://www.greenreport.it/
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