In lutto per Lola, il dolore che unisce gli elefanti
A turno la famiglia dei pachidermi tocca il corpo della cucciola morta a tre mesiPoi tutti insieme gli elefanti si sono stretti intorno a Panang. Anche gli elefanti di uno zoo, così, per una volta hanno potuto mettere in atto il loro funebre rituale naturale.
Occorre dire che molto si sa sulla consapevolezza della morte negli elefanti, ma soprattutto di quelli africani, che appartengono a un'altra specie rispetto agli asiatici. Trattandosi però di specie evolutivamente assai vicine, è verosimile ritenere che non cambi molto per quanto concerne questi comportamenti legati alla morte di uno di loro. Ricordo, a titolo informativo, che i cugini africani manifestano sempre uno strano interesse per i resti, in particolare per le ossa, dei loro morti, mettendo in atto comportamenti esplorativi e rituali di vario tipo. Quanto alle madri, mostrano chiari segni di sofferenza dinanzi alla morte del loro piccolo.
Riporto, a titolo esemplificativo, il breve rendiconto offerto da Joyce Poole, una specialista dell'etologia degli elefanti dell'Amboseli Elephant Project: «Il mattino dopo Cyntia Moss e io andammo a piedi dall'accampamento fino al limitare del palmeto, da dove potevamo osservare Tonie che ancora vegliava il cadavere del suo piccolo. Intorno a lei si aggiravano quindici avvoltoi e uno sciacallo; lei caricava ed essi si disperdevano per qualche secondo, ma solo per ritornare. Essa si mise fra loro e il corpicino e, fronteggiandoli, toccava dolcemente con la zampa posteriore il corpo senza vita. Osservando la sua veglia funebre, per la prima volta ebbi l'impressione fortissima che gli elefanti conoscevano il lutto. Non potrò mai dimenticare l'espressione del viso, degli occhi, della bocca, il portamento delle orecchie, della testa, del corpo. Ogni parte esprimeva dolore». Tratto da Ritorno in Africa , Mondadori 1997.
25 gennaio 2012
www.corriere.it
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