CARTA D'IDENTITÁ DEI DELFINI”!
7 FEB. 2013 - L’INNOVATIVO PROGRAMMA D.O.C: un gestionale tutto italiano per creare le carte d’identità dei delfini
La ricerca scientifica e la salvaguardia degli animali selvatici, per mare e per terra, è da sempre ricca di forti emozioni, grandi soddisfazioni, ma anche di molti imprevisti.
I ricercatori del Centro Ricerca Cetacei si confrontano da anni con la vita dei mammiferi marini che popolano il Mediterraneo, in particolare quelli che vivono attorno all’Arcipelago Toscano, di cui fa parte anche il Santuario dei Cetacei, la più grande area marina protetta del Mediterraneo.
Questa zona ha un’importanza cruciale in quanto, nei mesi estivi, si può assistere al fenomeno dell’ ”up welling”, cioè alla risalita dal fondale di acque più fredde e profonde che portano in superficie una grandissima quantità di nutrienti, i quali, favorendo la proliferazione di plancton, attirano in questa zona un gran numero di cetacei di varie specie.
Il Centro Ricerca Cetacei, che ha sede sull’isola d’Elba, si è posto l’obiettivo di censire il maggior numeri di individui, in particolare delfini e balene, che nuotano nelle acque del Mediterraneo, utilizzando metodi non invasivi per non causare stress o disturbi di alcun tipo agli animali.
L’identificazione e il riconoscimento di un particolare individuo in specie animali che passano la maggior parte della loro vita nelle profondità marine è molto complicata.
La tecnica di cui si avvalgono i ricercatori del Centro è denominata “fotoidentificazione”: è un metodo che richiede esperienza, prontezza di riflessi e mano ferma; questa tecnica prevede l’uso di segni detti marker, naturalmente presenti sul corpo di molte specie di cetacei.
Con l’ausilio di macchine fotografiche digitali ad alta definizione dotate di potenti zoom, i ricercatori scattano fotografie ai delfini avvistati durante la navigazione: la parte più idonea da osservare per il riconoscimento individuale (che corrisponde a quella che più spesso emerge dall’acqua quando l’animale sale in superficie per respirare) è il profilo della pinna dorsale.
Spesso gli individui presentano una pinna dalle caratteristiche (forma, dimensione, margine) uniche: si annotano scrupolosamente graffi, depigmentazioni particolari, tacche differenti per posizione e numero, creando un vero e proprio “identikit” dell’animale.
Un individuo ben riconoscibile è uno che presenta non una singola caratteristica, ma un insieme di segni che risultano essere complessivamente distintivi e univoci per gli individui (Würsig & Jefferson, 1990).
Il Centro Ricerca Cetacei dal 2011 utilizza un software gestionale del tutto innovativo, elaborato in collaborazione con il Crisafi Web Studio, denominato D.O.C. (Database Online dei Cetacei); esso è stato sviluppato con tecnologia web e database relazionale.
Il progetto nasce dalla necessità di rendere possibile il confronto delle informazioni da parte di tutti gli studiosi di cetacei di tutti i mari italiani e del Mediterraneo e l’integrazione in tempo reale delle stesse.
Tutti i dati raccolti sul campo vengono inseriti all’interno del database; i ricercatori non devono installare alcun programma all’interno del proprio pc, dato che il sistema è accessibile in modalità cloud da qualsiasi postazione abbia un collegamento internet o intranet.
Il programma ha semplificato, ma soprattutto reso più preciso, il lavoro dei ricercatori: le migliori foto scattate durante la navigazione vengono inserite all’interno del database, andando a creare un vero e proprio archivio online.
Per ogni individuo noto viene creata una “carta d’identità”: all’interno, oltre alla “foto segnaletica” della pinna dorsale (lato destro e lato sinistro), si possono trovare informazioni fondamentali per una futuro riconoscimento, come numero e tipologia di marker naturali presenti sul corpo dell’animale, ma anche la specie di appartenenza, il sesso e il presunto anno di nascita.
Ogni avvistamento viene documentato dal ricercatore con delle fotografie digitali, le quali vengono poi inserite nel D.O.C. assieme ai dati identificativi dell’individuo avvistato (caratteristiche distintive della pinna) e all’ora e alle coordinate georeferenziate dell’avvistamento.
Qualora vi siano corrispondenze fra l’individuo avvistato ed altri presenti nel database il sistema le segnala all’operatore, permettendo così di verificare nella documentazione fotografica se si possa trattare o meno dello stesso soggetto. Questi dati sono di fondamentale importanza per avere un quadro più esaustivo delle complesse interazioni sociali tra i vari gruppi di individui e lo studio delle popolazioni che vivono in quella zona di Mediterraneo.
Il sistema automatizzato ha vari campi di utilizzo nello studio e salvaguardia delle popolazioni marine, permettendo attraverso l’analisi degli spostamenti e delle abitudini dei singoli individui, la comprensione delle dinamiche dei gruppi di cetacei e delle intere popolazioni stanziali, determinando anche quelli che sono i fattori di rischio ambientale che più influenzano la vita degli animali, allo scopo di fornire informazioni utili ad interventi di tutela e protezione mirati, come l’individuazione delle aree nelle quali è più utile istituire aree protette.
Grazie a questo strumento autofinanziato dal Centro Ricerca Cetacei con il sostegno di sponsor privati (ad esempio “Yourboatnaming” di Cobelli), sono stati realizzati programmi di divulgazione e sensibilizzazione sul rispetto dell’ecosistema marino.
Il sistema D.O.C. contiene anche un archivio relativo agli spiaggiamenti di numerose specie di cetacei. Da questi dati è possibile reperire numerose informazioni riguardanti la biologia, l’ecologia, le problematiche relative alle patologie delle specie che vivono nel Mediterraneo, e indirettamente conoscere quindi il livello di contaminazione delle acque e di conseguenza avere una visione più precisa della salute dei nostri mari.
L’obiettivo del D.O.C. è quello di creare una mappatura completa della presenza e della distribuzione dei cetacei nel Mediterraneo, con particolare dettaglio per le coste della penisola italiana che sono state suddivise in aree e subaree, consentendo un’ analisi più precisa degli eventi e delle dinamiche inerenti a un particolare braccio di mare.
I dati raccolti grazie al sistema D.O.C. sono utilizzabili anche in combinazione con idrofoni subacquei per studi di bioacustica, monitorando così i suoni emessi dai cetacei che forniscono preziose informazioni sulla comunicazione intra e interspecifica e l’interazione tra le specie.
Infine, grazie alla possibilità di utilizzare il D.O.C. in modalità cloud, ricercatori che operano in diverse parti del Mediterraneo possono condividere i dati aggiornandoli in tempo reale su una piattaforma web based, rendendo la collaborazione e la condivisione delle informazioni un valido strumento per una conoscenza più approfondita dell’ecosistema marino.
I ricercatori del Centro Ricerca Cetacei danno la possibilità agli studenti universitari di poter prendere parte in prima persona all’attività di ricerca e alle attività sul campo partecipando agli stages formativi che si svolgono a bordo di Altair, la barca a vela del Centro.
Alle esperienze di ricerca possono partecipare anche i non addetti ai lavori attraverso le numerose esperienze organizzate dai ricercatori e finalizzate a far conoscere i delfini nel loro ambiente naturale.
Puoi seguire le attività del Centro sul sito www.centroricercacetacei.org e contattare direttamente i ricercatori all’indirizzo info@centroricercacetacei.org per avere tutte le informazioni e il programma completo delle attività. Buona Navigazione!
Clelia Lovato
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