Usa, liberati 110 scimpanzè usati per la sperimentazione
Andranno a vivere nel centro di recupero «Chimp Haven». Il ministero della Salute: «Nuove tecnologie li possono sostituire»
Dopo una vita passata nei laboratori dove sono stati usati per la sperimentazione, adesso potranno vivere una vita serena. Sono 110 gli scimpanzè che il New Iberia Research Center ha deciso di consegnare all’oasi faunistica «Chimp Haven» dopo anni di battaglie e pressioni politiche per la loro liberazione. Le associazioni per i diritti degli animali hanno applaudito l’iniziativa: «Non potremmo essere più felici per loro. Ora potranno vivere il resto della loro vita arrampicandosi sugli alberi, rilassandosi al sole e vivendo in più ampi gruppi sociali», ha commentato Wayne Pacelle, presidente della Humane Society degli Stati Uniti (HSUS).
«Nuove tecnologie e metodi scientifici li possono sostituire»
I 110 primati, che hanno un’età tra gli uno e 50 anni, per la maggior
parte sono stati usati in esperimenti su malattie degli esseri umani
come l’epatite e l’Aids all’istituto di ricerca della Louisiana dove
sono stati sottoposti a infezioni forzate, biopsie, operazioni
chirurgiche. Il trasferimento nel santuario arriva negli Usa dopo un
lungo percorso sulla sperimentazione sui primati che nel 2000 ha portato
anche alla ratificazione dl «Chimp Act», un provvedimento che li
proteggeva dall’eutanasia alla fine della sperimentazione e che ha
aperto la strada alla loro liberazione. Fondamentale anche una ricerca
del 2011 dello stesso l’Istituto di Medicina ha concluso che la ricerca
biomedica che utilizza gli scimpanzé è «in gran parte inutile». «Nuove
tecnologie e metodi scientifici li possono sostituire» - ha spiegato
l’allora direttore del National Institutes of Health , Francis Collins -
la somiglianza degli scimpanzè agli esseri umani li rende unicamente
preziosi per alcuni tipi di ricerca, ma richiede anche più forti
giustificazioni per il loro uso».
Un lungo viaggio
Nei
laboratori di ricerca di New Iberia gli scimpanzè vivevano in stanze di
cemento e acciaio, alcuni in gabbie di isolamento un metro per due. Per
adattarsi al nuovo habitat ci vorrà tempo. Arrivati a «Chimp Haven»,
«alcuni hanno esitato a mettere i piedi sull’erba ma alla fine l’hanno
fatto e tutti guardavano il cielo, forse per la prima volta», ha
raccontato Kathleen Conlee, ricercatrice sugli animali di Hsus. Circa
800 altri scimpanzè restano in mano alla scienza negli Stati Uniti.
www.corriere.it
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