venerdì 11 luglio 2014


Il Giappone torna a cacciare le balene malgrado il divieto della Corte dell’Aja

Il premier Abe ha progettato un nuovo schema dal 2015 per «la ricerca», in base alla necessità di avere dati utili sulla gestione delle risorse ricavate dai cetacei.



REUTERS



10 luglio 2014 - Il Giappone riprenderà dal 2015 la caccia alle balene su un nuovo progetto articolato nonostante la Corte internazionale di Giustizia dell’Aja abbia decretato a marzo «l’illegittimità» del suo programma a «fini scientifici» nelle acque dell’Antartico, perché ritenuto a scopi commerciali. 

Il premier Shinzo Abe aveva anticipato i piani il 9 giugno, quando in un’audizione parlamentare ribadì la volontà di fare più sforzi per «la comprensione della comunità internazionale», ma quello che invece ha sorpreso è che l’annuncio definitivo lo abbia fatto in Australia, nel corso della visita nel Paese che nel 2010 citò Tokyo dinanzi alla Corte, con il sostegno della Nuova Zelanda, per la caccia nel “santuario dell’Antartico”. 


Abe, nel corso della conferenza stampa congiunta col premier Tony Abbott, ha chiarito che il Giappone lancerà un nuovo schema dal 2015 per «la ricerca», in base alla necessità di avere dati utili sulla gestione delle risorse ricavate dai cetacei. 
Il Sol Levante è un «buon cittadino nella comunità internazionale - ha rilevato ancora - e rispetterà la sentenza della Corte». Il Giappone «è un Paese che valorizza il diritto internazionale, l’ordine e lo stato di diritto e, pertanto, si atterrà alla decisione», ha proseguito, osservando che la Corte ha confermato che uno degli obiettivi della Convenzione sulla regolamentazione della caccia alle balene è proprio «l’uso sostenibile delle risorse». 

In base a questo punto di partenza, «guardando al diritto internazionale e alle motivazioni scientifiche, ci impegneremo nella raccolta di informazioni scientifiche indispensabili». 

Abe e Abbott, che hanno siglato importanti accordi anche in materia di sicurezza, pur mantenendo ferme le posizioni, hanno rilevato che il caso «non dovrebbe avere impatti sui rapporti bilaterali, che restano la parte importante». Poi, il premier australiano ha a sua volta rimarcato la «totale opposizione alla caccia alle balene», osservando che l’amicizia fra i due Paesi «è molto più grande del disaccordo su una singola questione». 


Pochi giorni prima, Abe, nell’ambito di una missione in Oceania, aveva fatto tappa in Nuova Zelanda e spiegato che il Giappone stava considerando la ripresa della caccia scientifica nell’Oceano Antartico. Identica la risposta del primo ministro John Key: totale contrarietà, con l’obiettivo di mettere fine del tutto alla caccia ai grandi cetacei.  

(Fonte: ANSA) 

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