Dopo le proteste da tutta Italia
17 gennaio 2014
E’ datato 15 gennaio 2014 il
documento con il quale il Parco Regionale del fiume Sile sospende la
cattura e lo spostamento delle lepri, destinate ad essere consegnate
nelle mani dei cacciatori trevigiani e padovani, che all’interno del
territorio del Parco non potevano ovviamente cacciarle.
La sospensione giunge a seguito delle due diffide inviate dalla LAV alla direzione del Parco, nelle quali l’ufficio legale dell’associazione contesta punto per punto i numerosi profili d’illegittimità contenuti negli atti amministrativi che prevedevano la cattura di un numero imprecisato di lepri all’interno dei confini del Parco, attività che contrasta con la stessa legge quadro nazionale sulle aree protette.
Le cinque attività di cattura previste sono quindi definitivamente archiviate, con buona pace dei cacciatori e a tutto vantaggio delle lepri, che potranno continuare a vivere indisturbate all’interno di un’area dove la caccia è tassativamente vietata.
“Siamo molto soddisfatti per la presa di posizione della direzione del Parco del Sile – commenta Massimo Vitturi, responsabile LAV settore caccia e fauna selvatica – una posizione non certamente anticaccia, ma che si pone finalmente il problema del rispetto delle norme poste a tutela della fauna selvatica, ancor di più all’interno dei parchi”.
“E’ da più di vent’anni, a quanto è dato di sapere, che i cacciatori venivano fatti entrare impunemente nel parco del Sile per catturare le lepri. Finalmente gli amministratori hanno voluto dare il chiaro segnale che il tempo del pressapochismo è finito. – aggiunge Vitturi – E’ giunto il momento che siano rispettate quelle leggi la cui mancata osservanza, durata venti lunghi anni, ha determinato la cattura e la successiva uccisione, per mano dei cacciatori, di migliaia di lepri”.
www.animalieanimali.it
La sospensione giunge a seguito delle due diffide inviate dalla LAV alla direzione del Parco, nelle quali l’ufficio legale dell’associazione contesta punto per punto i numerosi profili d’illegittimità contenuti negli atti amministrativi che prevedevano la cattura di un numero imprecisato di lepri all’interno dei confini del Parco, attività che contrasta con la stessa legge quadro nazionale sulle aree protette.
Le cinque attività di cattura previste sono quindi definitivamente archiviate, con buona pace dei cacciatori e a tutto vantaggio delle lepri, che potranno continuare a vivere indisturbate all’interno di un’area dove la caccia è tassativamente vietata.
“Siamo molto soddisfatti per la presa di posizione della direzione del Parco del Sile – commenta Massimo Vitturi, responsabile LAV settore caccia e fauna selvatica – una posizione non certamente anticaccia, ma che si pone finalmente il problema del rispetto delle norme poste a tutela della fauna selvatica, ancor di più all’interno dei parchi”.
“E’ da più di vent’anni, a quanto è dato di sapere, che i cacciatori venivano fatti entrare impunemente nel parco del Sile per catturare le lepri. Finalmente gli amministratori hanno voluto dare il chiaro segnale che il tempo del pressapochismo è finito. – aggiunge Vitturi – E’ giunto il momento che siano rispettate quelle leggi la cui mancata osservanza, durata venti lunghi anni, ha determinato la cattura e la successiva uccisione, per mano dei cacciatori, di migliaia di lepri”.
www.animalieanimali.it
Nessun commento:
Posta un commento