Sea Shepherd lancia ‘Operazione Sunu Gaal’
L’Africa Occidentale è la regione del mondo più soggetta alla pesca Illegale, Non Dichiarata e Non Regolamentata (IUU), con una caccia illegale che ha un costo stimato per i Paesi dell’Africa Occidentale tra i 608 milioni di Euro e 1,3 miliardi di Euro all’anno; Questo tipo di pesca in Africa Occidentale rappresenta il 37% della pesca illegale mondiale. Il Senegal, con i suoi oltre settecento chilometri di costa e le sue acque brulicanti di biodiversità, che vanno dagli squali ai tonni e ai pesce spada, è tra i Paesi Africani maggiormente presi di mira dalle flotte di bracconieri provenienti da Europa, Asia e Russia.
In una recente conferenza stampa, il Ministro della Pesca e degli Affari Marittimi, Haidar El Ali, ha dichiarato che il Senegal perde circa 230 milioni di Euro ogni anno a causa delle circa cinquanta imbarcazioni pirata che operano illegalmente nelle acque di sovranità nazionale del Senegal. Il bracconaggio mette a repentaglio l’equilibrio ecologico dell’ambiente marino e le specie che lo abitano, così come la sopravvivenza dei pescatori artigianali, la cui sussistenza è minacciata dalla crescente domanda di pesce da parte del mercato Europeo e Asiatico.
In un locale dialetto Senegalese “sunu gaal”, da cui deriva il nome del Paese, significa letteralmente “la nostra canoa” e si riferisce all’offerta di un’imbarcazione da parte di Sea Shepherd Global al Governo del Senegal per difendere i diritti dei pescatori artigianali – la nostra canoa difenderà le loro dalle flotte di pescherecci pirata stranieri.
“Voglio che attraverso la presenza di Sea Shepherd qui in Senegal, il mondo intero diventi consapevole di ciò che sta accadendo nel mio Paese. Le nostre risorse marine sono state saccheggiate dalle flotte di pescatori illegali”, dice Haidar El Ali. “Se ho chiesto l’assistenza di Sea Shepherd è perché vanno oltre la teoria e le chiacchiere, loro agiscono realmente”.
Sea Shepherd Global, fornendo una barca, il carburante e un equipaggio, trascorrerà i prossimi mesi a dirigere le forze dell’ordine nelle acque Senegalesi, sotto la direzione del Governo del Senegal, per assistere il Ministero della Pesca, guidato dall’Onorevole Haidar El Ali, per combattere questo tipo di pesca. L’Onorevole Presidente Macky Sall ha dato disposizioni per la Campagna.
Sea Shepherd Global, con l’Operazione Sunu Gaal, ha l’opportunità di svelare l’aggiunta di una quinta imbarcazione alla flotta di Sea Shepherd – la Jairo Mora Sandoval, in onore del 26enne attivista Costaricano brutalmente assassinato in Costa Rica nel Maggio 2013, perché proteggeva le tartarughe marine dai bracconieri.
Per il Fondatore di Sea Shepherd, il Capitano Paul Watson, il nome della barca possiede uno speciale significato: “Apprendere dell’omicidio del conservazionista Costaricano di tartarughe marine, Jairo Mora Sandoval, mi ha rattristato oltre misura. E mi ha fatto arrabbiare. Arrabbiare perché è successo, nonostante Jairo avesse espresso preoccupazione per la propria sicurezza alla polizia e al governo. Mi ha fatto arrabbiare perché il governo non ha reagito, mi ha fatto arrabbiare perché dobbiamo fare pressione sul governo perché agisca e mi ha fatto arrabbiare perché i bracconieri continuano a profanare e a saccheggiare i nidi delle tartarughe. Ho anche giurato che il nome di Jairo Mora Sandoval non sarebbe stato dimenticato e a questo scopo ho deciso che avremmo dato il nome di Jairo ad un’imbarcazione. Lo abbiamo fatto e quindi ora la Jairo Mora Sandoval inizierà le sue operazioni anti-bracconaggio a largo delle coste dell’Africa Occidentale, sotto la direzione del Governo Senegalese”.
“Intervenire contro la pesca illegale in un Paese dell’Africa Occidentale è un lavoro molto importante per Sea Shepherd Global”, ha dichiarato Lamya Essemlali, Coordinatrice della Campagna e Presidente di Sea Shepehrd Francia. “E’ l’area del mondo maggiormente presa di mira dalla pesca illegale. La maggior parte del pesce rubato all’Africa finisce sui piatti dei Paesi più ricchi, gli stessi che si compiacciono per le briciole di carità che gettano ai Paesi Africani. Paesi come il Senegal non hanno bisogno di carità, ma piuttosto del tipo di giustizia possibile soltanto attraverso un efficace pattugliamento per far rispettare la legge”.
Per approfondimenti:
www.seashepherd.org.au
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