sabato 4 gennaio 2014

SeaWorld e le sue menzogne

SeaWorld e le sue menzogne

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Risposta alla lettera aperta di SeaWorld e invito ad un significativo “buon proposito” per il nuovo anno.

Il documentario “Blackfish” si è lasciato alle spalle una SeaWorld disperata, che lotta per rimanere a galla in un mare di stampa ostile e di critiche da parte del pubblico. Mentre un artista dopo l’altro (otto in totale, finora) sta annullando il proprio spettacolo in programma per la prossima serie di concerti del “SeaWorld Bands, Brews & BBQ”, a causa delle preoccupazioni sollevate dal film, SeaWorld reagisce con una lista di risposte, definite lettere aperte, da parte dei “difensori degli animali” di SeaWorld. E mentre i suoi rappresentanti rifiutano di parlare dei costi sostenuti per la diffusione di queste lettere, è quasi certo che SeaWorld abbia speso migliaia di dollari per far pubblicare queste lettere sugli otto principali quotidiani statunitensi.

Se avete letto la lettera, potreste trovarvi in difficoltà nel separare la realtà dalla finzione, dal momento che è piena delle mistificazioni di SeaWorld sull’argomento cattività dei mammiferi marini. Sea Shepherd vuole diffondere alcune precisazioni sugli argomenti toccati da SeaWorld, che ci auguriamo chiariscano qualsiasi confusione.

“SeaWorld non cattura le orche in natura. Grazie ai successi innovativi della nostra ricerca nel campo della riproduzione dei mammiferi marini, non è stato necessario catturare alcun orca in natura da 35 anni”.
Mentre SeaWorld ammette di prendersi “cura” di due orche catturate in natura, tralascia di accennare alle catture violente e traumatiche che queste orche hanno sopportato. In “Blackfish” si può vedere il video di una famosa e brutale cattura di un’orca a Penn Cove, una cattura che distrusse una famiglia di orche, uccidendone una parte. I responsabili di questa cattura affondarono addirittura i corpi delle orche morte nel tentativo di nascondere ciò che avevano fatto.
La cattura di Tilikum ha avuto luogo al largo delle coste dell’Islanda nel 1983, quando l’orca aveva solo 2 anni. Venne spedita al SeaLand of the Pacific, prima di dover sopportare un nuovo stressante trasporto verso la sua prigione attuale, il SeaWorld di Orlando.

Molte delle orche di SeaWorld sono, tuttavia, nate in cattività. Molte di loro sono figlie di Tilikum, che viene utilizzato come macchina fecondatrice di SeaWorld. I mammiferi marini di SeaWorld sono spesso consanguinei, nati da due membri della stessa famiglia e questo causa una serie di anomalie genetiche e mutazioni. E’ questa la verità del ” rivoluzionario successo” di SeaWorld nella riproduzione dei mammiferi marini.
La lettera, inoltre, tralascia comodamente di citare il fatto che SeaWorld ha in programma di adottare alcuni dei 18 esemplari di beluga, catturati in natura, che il Georgia Aquarium vuole a tutti i costi aggiudicarsi. Alcuni dei beluga dovrebbero essere distribuiti tra i SeaWorld di Orlando, San Antonio e San Diego, ed altre strutture per la cattività. Perché SeaWorld è favorevole alle catture in natura di membri di una popolazione sana di beluga, se sostiene pubblicamente che le loro orche non provengano dall’oceano?

“Noi non separiamo le madri dai loro piccoli. SeaWorld riconosce l’importante legame tra madre e figlio. Nelle rare occasioni in cui una mamma orca non può prendersi cura del proprio piccolo, interveniamo con successo e ce ne prendiamo cura noi. Le orche vengono spostate solo per mantenere una struttura sociale sana.”
Come si può vedere in “Blackfish”, SeaWorld ha regolarmente strappato i piccoli alle proprie madri per trasferirli in altri parchi acquatici. Proprio come ogni madre angosciata per il proprio figlio, le orche lanciano grida a lungo raggio in cerca dei loro piccoli, rapiti da SeaWorld.
Anche se si tratta di un vecchio filmato, è tuttora possibile che SeaWorld continui questa pratica. Continuano ad allevare mammiferi marini, tra cui le orche. Alcune vengono spostate dalle strutture per l’allevamento a quelle dell’intrattenimento. In natura, le orche vivono in grandi branchi e, in alcune popolazioni, i piccoli rimangono con la madre per la loro intera vita.
Ad ogni modo, è certo che per “mantenere una struttura sociale sana” tra le orche, animali che vivono in gruppi matriarcali, non si deve mai separare una madre dal suo piccolo.

“Diamo ai nostri animali pesce di alta qualità, esercizio fisico, cure veterinarie, stimoli mentali e la compagnia di altri membri della loro specie.”
Il “pesce di alta qualità” servito a queste orche è costituito da pesce morto scongelato, del tutto contrario al loro comportamento naturale di caccia in natura. Questi pesci sono pieni di antibiotici e vitamine per combattere gli effetti della prigionia su queste orche, spesso stressate e malate.
Le orche in natura ricavano la necessaria idratazione attraverso il pesce che consumano, ma il pesce congelato fornito loro da SeaWorld ha già perso la maggior parte dell’umidità che una volta conteneva. Per cui, SeaWorld è costretta ad alimentare le proprie orche con enormi quantità di colla di pesce ogni giorno per fornire loro la necessaria idratazione.
Anche se alcune di queste orche convivono con membri della loro specie, questi branchi artificiali non sono le famiglie con cui avrebbero vissuto in natura. Tilikum è spesso tenuto da solo e adesso passa la maggior parte del proprio tempo a trascinarsi svogliatamente sulla superficie della sua vasca. Viene usato da SeaWorld come “stallone” per la fornitura continua di materia prima per l’allevamento di orche in cattività (in modo perverso, il personale del parco marino masturba i maschi al fine di raccogliere il loro sperma, utilizzato per fecondare le femmine), e occasionalmente, egli è costretto ad esibirsi nel “grande tuffo” (“big splash”) alla fine delle performance di SeaWorld. L’allevamento interno ha portato alla nascita di prole malata e molti piccoli sono nati morti.

“La durata della vita delle orche di SeaWorld è uguale a quella delle orche in natura.”
Questa è una menzogna che SeaWorld ha propinato al pubblico per anni. Essi affermano “non si sa con certezza quanto possa vivere un orca”, un’affermazione confutata da biologi marini e ricercatori specialistici, che hanno trascorso la maggior parte delle loro carriere a studiare la vita e i comportamenti delle orche in natura.
L’affermazione di SeaWorld per cui la durata della vita delle orche in cattività sarebbe paragonabile a quella delle orche selvatiche è confutata dai numeri reali. In natura, la vita media dei maschi è di 30 anni e di 50 anni per le femmine. I maschi possono raggiungere un’età massima stimata tra i 60-70 anni e le femmine 80-90 anni. SeaWorld sottolinea che “cinque dei nostri animali sono più vecchi di 30 anni e una delle nostre orche è vicina ai 50″, ma ciò è molto insolito per orche in cattività, comprese quelle di SeaWorld. Molte muoiono prima di quelle età e alcune anche prima di raggiungere la maturità.

“Le orche di cui ci prendiamo cura aiutano quelle in natura. Lavoriamo con università, agenzie governative e ONG per aumentare le conoscenze e le cognizioni sulle orche – dalla loro anatomia e biologia riproduttiva alle loro capacità uditive”.
Che la “ricerca” di SeaWorld sulle orche in cattività porterebbe benefici alle orche selvatiche è, a dir poco, una forzatura. Le orche in cattività sono solo ombre dei loro omologhi selvatici, incapaci persino di impegnarsi nel più elementare dei loro comportamenti naturali o di vivere nelle loro formazioni sociali naturali. La pinna dorsale collassata, che si vede sulla schiena delle orche in cattività, è qualcosa che SeaWorld sostiene esistere anche in natura, ma in realtà è un caso veramente eccezionale tra le orche selvagge. E’ un segno di stress, malattia, ferite o altre condizioni patologiche.
L’affermazione secondo la quale SeaWorld soccorre, riabilita e reintegra la fauna oceanica, inclusa nella loro lettera, è scandalosamente fuorviante. Gli animali reintegrati in natura da SeaWorld sono spesso lamantini, tartarughe marine e altri animali che non possono essere utilizzati nelle “esibizioni” durante i loro spettacoli. I delfini, le orche e gli altri animali, come i leoni marini, salvati da SeaWorld che possono essere costretti ad eseguire giochetti, ricompensandoli con del cibo, vengono trattenuti ed utilizzati per gli spettacoli.
Dobbiamo ancora ricevere adeguate informazioni sui risultati conclusivi del reale successo del programma di soccorso e reintegrazione in natura di SeaWorld. Non si preoccupano di seguire e documentare la sopravvivenza degli animali che reintegrano in natura.

In più, sulla base della relazione annuale sul 2011-12, SeaWorld ha speso solo 9 milioni di dollari negli ultimi dieci anni per il suo lavoro di conservazione. Ciò significa che per ogni 100 dollari incassati, utilizzano solo circa 1 centesimo per il salvataggio e la reintroduzione in natura degli animali, mentre sfruttano quelli che rimangono in cattività. Lo 0,001% delle loro entrate va ad aiutare gli animali in natura. Penso che questo sia il punto più eloquente in assoluto – a dimostrazione del fatto che SeaWorld, in realtà, non è nient’altro che un’azienda per fare soldi.
Il punto è che SeaWorld fa parte dell’imponente macchina del settore della cattività dei mammiferi marini, un settore pronto a vomitare qualsiasi falsità per continuare a farvi spendere i vostri soldi nei loro parchi. Questo settore è indissolubilmente legato non solo alla morte degli animali nelle loro vasche, ma anche a quella dei mammiferi marini brutalmente massacrati a Taiji, in Giappone, dove gli addestratori di delfini lavorano fianco a fianco con gli assassini e scelgono gli esemplari adatti per la prigionia – quelli “più belli” e senza cicatrici visibili. SeaWorld non vuole che voi veniate a conoscenza di quello che il film “Blackfish” ha mostrato in modo chiaro e di quello che i nostri volontari, i Guardiani della Baia, continuano a mostrarvi da Taiji ogni giorno: e cioè, che la cattività uccide.
Mentre questo messaggio si diffonde, una nuova generazione sta aprendo la strada per un futuro di libertà per la vita marina. I bambini hanno iniziato a parlare e a dire che non andranno mai più a SeaWorld e negli altri parchi marini che tengono orche, delfini e balene in cattività. Gli studenti hanno addirittura chiesto la cancellazione delle regolari gite scolastiche a SeaWorld.

La voce dei bambini può anche essere debole, ma è anche molto potente perché rappresenta il cambiamento. Questo potrebbe essere il colpo più duro di sempre per SeaWorld, poiché questi futuri adulti decreteranno la fine di qualsiasi sostegno al settore della cattività e uno spostamento verso la tutela dei mammiferi marini nei luoghi cui essi appartengono – i loro habitat naturali.
Sea Shepherd chiama all’azione i suoi tanti giovani entusiasti ed appassionati sostenitori. Siete fondamentali nel diffondere il messaggio di Sea Shepherd, che include l’esposizione della verità dietro SeaWorld e dietro gli altri parchi marini. Come buono proposito per il 2014 scegliete di non recarvi mai più a SeaWorld e in nessun altro parco marino.

Per approfondimenti:
www.seashepherd.org.au
Pagina Facebook Sea Shepherd Italia
Articolo: La cattività uccide ancora

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