Sensori sottomarini capteranno passaggio capodogli in Ionio
A sud est Sicilia in diretta i cetacei
PALERMO, 7 agosto 2013 - Orecchie elettroniche hi tech stanno catturando i segnali del
passaggio dei capodogli in mare aperto, a sud est della Sicilia. Presto
questo consentirà agli scienziati di proteggere i cetacei dai rischi
dovuti all'attività marittima dell'uomo, calcolando le rotte di
collisione con le navi e il grado di inquinamento acustico.
A ''spiarli'' è il più grande e più profondo apparato di ascolto
sottomarino cablato del Mediterraneo: i 14 sensori acustici piazzati su
una torre che l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha calato 80 km a
sud est di Capo Passero, in Sicilia, a 3500 metri di profondità nello
Ionio meridionale. Un apparato scientifico che permetterà di seguire
''in diretta'' i capodogli e segnalare la loro presenza alle navi che
rischiassero di incrociare la loro rotta o che producessero un
inquinamento acustico pericoloso.
I sensori acustici sono ''ospitati'' su una torre che si alza dal
fondale per 450 metri, il primo passo di una selva di torri che, col
progetto internazionale Km3Net di cui l'Infn è parte determinante,
cattureranno le particelle di neutrini in viaggio dal centro della
galassia. Neutrini prodotti da disastri cosmici lontanissimi, che
arrivano fino a noi dopo aver attraversato tutta la Terra. Le torri
avranno decine di migliaia di sensori ottici (fotomoltiplicatori),
''occhi'' elettronici che formeranno un'antenna sottomarina in grado di
rilevare la scia luminosa azzurrina (la ''luce Cherenkov'') prodotta
dallo ''scontro'' dei neutrini con l'acqua di mare.
Per ora, grazie al progetto Miur-Futuro in ricerca Smo che coinvolge
l'Infn, l'Ingv, le Università di Roma Sapienza e Roma 3, e di Pavia,
Messina e Catania, a funzionare a pieno regime sono i sensori acustici
che ascoltano le ''voci'' dei grandi cetacei registrando cinque minuti
ogni ora.
''Appena entrati in funzione, tra il 23 e il 27 marzo, hanno subito
catturato i segnali dei primi capodogli - dice Giorgio Riccobene, dei
Laboratori Nazionali del Sud dell'Infn (Catania) - il nuovo software ha
permesso anche di stabilire la stazza di questi due animali, circa 12
metri. Potrebbero essere delle femmine o dei maschi giovani''.
ANSA
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