martedì 28 agosto 2012

Soluzione alla scarsità d'acqua: diventare vegetariani
Lo affermano gli esperti in risorse idriche per la Settimana Mondiale dell'Acqua 2012.

28/08/2012 - Si tiene in questi giorni, dal 26 al 31 agosto, a Stoccolma, la Settimana Mondiale dell'Acqua, promossa dal SIWI - Istituto Internazionale sull'Acqua (Stoccolma).
All'inizio della conferenza e' stato presentato il report del SIWI di quest'anno, "Feeding a thirsty world: Challenges and opportunities for a water and food secure world" (Nutrire un mondo assetato: sfide e opportunita' per ottenere la sicurezza alimentare e idrica). 2500 persone tra politici, rappresentanti dei vari organi delle Nazioni Unite, associazioni non governative e ricercatori di 120 diversi paesi partecipano a questa conferenza per trattare il problema dell'approvigionamento idrico nel mondo.

Un messaggio importante contenuto nel report ed espresso dagli scienziati che l'hanno presentato, ripreso da giornali, agenzia di stampa e media di tutto il mondo, afferma che sara' necessario, nei prossimi 40 anni, passare a un'alimentazione vegetariana o quasi, per evitare una catastrofica scarsita' d'acqua.

Hanno sottolineato che:
- Il 70% dell'acqua nel mondo è usata per l'agricoltura - ma gran parte dell'agricoltura è dedicata alla coltivazione di mangimi per animali, non all'alimentazione umana.
- Una dieta basata sui cibi animali consuma da 5 a 10 volte tanta acqua rispetto a una basata sui vegetali.
- Oggi, in media, il 20% delle proteine è assunto da prodotti animali ed e' necessario diminuire drasticamente questo valore, almeno fino al 5%.
- Per poter nutrire tutti, in una situazione di scarsità d'acqua già oggi drammatica, bisogna spostarsi verso una dieta vegetariana.

Nel report si afferma: "Non ci sara' abbastanza acqua disponibile per produrre cibo per una popolazione di 9 miliardi di persone prevista per il 2050, se si continueranno a seguire gli attuali trend verso una dieta sul genere di quella comunemente adottata nei paesi occidentali".
Gia' nel 2004, il direttore esecutivo dello stesso International Water Institute di Stoccolma, aveva dichiarato: "Gli animali vengono nutriti a cereali, e anche quelli allevati a pascolo richiedono molta più acqua rispetto alla produzione diretta di grano per il consumo umano. Ma nei paesi sviluppati, e in parte in quelli in via di sviluppo, i consumatori richiedono ancora più carne [...]. Ma sarà quasi impossibile nutrire le future generazioni con una dieta sul genere di quella che oggi seguiamo in Europa occidentale e nel Nord America".

Il problema che piu' minaccia le risorse idriche mondiali e' quello del "Food vs feed", vale a dire della "concorrenza" tra cibo vegetale per il consumo umano (food) e mangimi per animali (feed): vengono sottratti terreni fertili per la produzione di mangimi per animali alla produzione di cibo vegetale per gli esseri umani. La meta' dei cereali e il 90% della soia sono usati come mangimi per gli animali, e i 2/3 delle terre fertili e' dedicata all'allevamento di animali.
Questo significa sprecare un'enorme quantita' di risorse, non solo acqua, ma anche energia, sostanze chimiche, suolo, il cibo stesso, perche' gli animali necessitano mediamente di essere nutriti con 15 kg di vegetali (appositamente coltivati) per ogni kg di carne prodotta. Questa trasformazione da cibo vegetale a cibo animale, estremamente inefficiente, e' dunque la causa di enormi impatti sull'ambiente e spreco di risorse. 
Il mondo e' sempre piu' popolato e un numero sempre crescente di persone sta passando da una alimentazione tradizionale, basata sul consumo di vegetali, a una alimentazione che finora solo una piccola percentuale di popolazione ha seguito: quella dell'ultimo mezzo secolo, nei paesi industrializzati, basata sul consumo quotidiano di cibi animali, estremamente sbilanciata da un punto di vista nutrizionale, ed estremamente costosa dal punto di vista ambientale.

Finora questo e' stato possibile solo perche' una piccola parte di persone si nutriva in modo cos' squilibrato: ma se tutti ora si spostano verso questa dieta, e il numero di persone nel mondo e' in crescita, e' semplicemente impossibile continuare una produzione cosi' inefficiente. E l'inefficienza e' intrinseca nella trasformazione vegetale-animale, non riguarda i metodi di allevamento o coltivazione (che sono gia' arrivati all'efficienza quasi massima), perche' gli animali, per loro natura, come accade per noi umani, per crescere di un kg hanno bisogno di nutrirsi con una quantita' di vegetali molto piu' alta.
Tutto questo, naturalmente, vale per ogni genere di prodotto animale: che si tratti di carne (pesce incluso), latte e latticini o uova, il problema e' sempre lo stesso, perche' riguarda gli allevamenti, di ogni genere, non ha importanza se prima della macellazione gli animali vengono usati anche per la produzione di latte o di uova.

La soluzione di tornare, come e' sempre stato nelle storia dell'umanita', verso un'alimentazione basata sui vegetali, dunque, e' obbligata, ed e' anche giusta, nel senso piu' completo del termine: e' giusta da un punto di vista sociale, perche' una piccola parte del mondo non puo' sfruttare le risorse del 90% del pianeta; e' giusta da un punto di vista ecologista, perche' non possiamo continuare a distruggere il nostro pianeta in questo modo; e' giusta per la nostra salute, perche' i cibi animali sono quelli che promuovono le malattie degenerative; e' giusta per gli animali, che sono esseri senzienti e non macchine, e che vengono confinati e poi uccisi a miliardi.

Fonti:

Notizia da: Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione (NEIC)

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