lunedì 3 febbraio 2014

Sull'eolico offshore più dubbi che chiarezza
Il futuro è a rischio, secondo la Ewea

Sull'eolico offshore più dubbi che chiarezza
3 febbraio 2014 - L'eolico offshore, con una crescita l'anno scorso valutata tra i 4,6 e i 6,4 bilioni di euro, si caratterizza con la tendenza a costruire parchi sempre più grandi. Secondo i dati forniti dalla lobby di settore (EWEA), le dimensioni medie nel 2013 sono state di 485 MW, più potenti rispetto all'anno precedente del 78%.

 Altre caratteristiche sono una profondità media di 20 metri, e la distanza dalla riva di 30 chilometri. Anche per questo tipo di caratteristiche il Mare del Nord con i suoi fondali bassi continua a fare la parte del leone nel panorama dell'eolico offshore, seguito dal Mar Baltico e dall'Oceano Atlantico.

 Il Mediterraneo, nelle previsioni dell'EWEA, solo nel medio periodo vedrà l'affermarsi delle turbine in mare. Nonostante i dati positivi la lobby industriale del settore lancia un grido di allarme. Nel 2013 i due terzi dei buoni risultati sono stati ottenuti nei primi sei mesi. La paura e'che la legislazione comunitaria per il 2030 mini lo sviluppo di questo mercato.

 La poca chiarezza nelle politiche di sostegno sui due più importanti mercati dell'offshore, La Gran Bretagna e la Germania, ha già portato ad un rallentamento del mercato che potrebbe arrivare ad una fase di stagnazione nel 2005 ed ad un calo dal 2006, sostiene Justin Wilkes, vice amministratore delegato dell'EWEA. La sollecitazione della lobby ai capi di stato e di governo, che dovranno decidere sulle rinnovabili il prossimo mese di marzo, è che fissino obiettivi ambiziosi, essenziali per sostenere lo sviluppo del settore.

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