sabato 1 febbraio 2014

L’Europa esulta
I pipistrelli sono tornati

Nuova ricerca Ue: in 20 anni cresciuti del 43%
Rischiavano l’estinzione, la tutela funziona


Nel 1994 l’Unione Europea ha lanciato il programma «Eurobats» per la difesa dei pipistrelli



1-02-2014 Tornano le creature della notte ed è una notizia buona per tutti, non solo per il conte Dracula. Nel secondo dopoguerra l’intervento dell’uomo sulla natura ha messo a rischio molte specie di pipistrelli, animali davvero delicati nonostante quello che si dice su di loro, esseri che soffrono il sole quanto i pesticidi e gli habitat mutati. C’è stato un tempo in cui s’è temuto che l’unico esemplare con un futuro fosse Batman, ma la tendenza sembra essere cambiata. Gli esperti stimano che negli ultimi vent’anni la popolazione di questi controversi mammiferi sia salita del 43%: l’estinzione è più lontana e la biodiversità è salva, almeno per ora.  

Erano anni che nessuno li studiava così a fondo, nessuno che concedesse a una analisi puntuale per rispondere alla domanda «Dove sono finiti i pipistrelli?» e valutare davvero se l’urbanizzazione, insieme con qualche pregiudizio di troppo, fossero davvero destinati a cancellarli lentamente dalla faccia della Terra.  

Non godono di buona fama, i pipistrelli. Da secoli stimolano le fantasie più buie degli umani, con le incursioni notturne inquietano i malavitosi di Chicago e i contadini delle regioni orientali del nostro continente che in essi vedono un simbolo di sventura. Il brivido suscitato dalla presenza del topo volante nero e notturno ha contaminato le arti, lo si trova negli scritti cinquecenteschi di Benvenuto Cellini come nell’epopea di Dracula anche se - precisa il vampirologo Fabio Giovannini - questi diventa pipistrello solo al cinema, negli anni Trenta.  
Pirandello lo ha portato da noi con un racconto costruito su un’attrice che sviene in scena alla sua vista e tutti credono stia recitando. Rare le uscite gioiose, salvo qualche cartone animato e, naturalmente, Bruce Wayne in coppia con Robin. 

In natura è un’altra cosa. I pipistrelli vivono a lungo e si riproducono poco. Patiscono le avverse condizioni ambientali, il che li fa definire dall’Aea «vulnerabili, ancora»: nonostante l’aumento della popolazione - gli esperti ritengono che non sia tornati ai livelli necessario a garantire la biodiversità. Le variazioni nelle colonie, misurate durante il periodo di ibernazione in cui riducono al minimo le funzioni vitali, sono significative di anno in anno. I piccoli muoiono frequentemente. 

Sentenzia il rapporto che sono stati l’agricoltura intensiva, la cattiva gestione del territorio, l’eliminazione intenzionale per motivi vari (inclusa la superstizione), la diffusione degli agenti chimici nelle campagne, a mettere dura prova i pipistrelli dagli anni Cinquanta in poi. Per non parlare delle pale eoliche. 

L’insieme di queste cause ha tagliato il numero degli esemplari e ristretto il loro habitat. Ora, non saranno certo belli e piacevoli alla vista, ma questi mammiferi che mangiano di tutto a seconda della specie, volano, si arrampicano e stanno bene a galla, hanno un ruolo importante nella catena alimentare, impollinano numerose specie floreali e producono guano, ottimo fertilizzate.  

Spicca la capacità di equilibrare le popolazioni di insetti, tra i quali anche taluni dannosi per l’uomo. L’Aea invita i governi a seguirli con la massima attenzione. Il dottor Van Helsing, cacciatore di vampiri, è pregato di restare a casa.

Marco Zatterin 

http://www.lastampa.it/

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