Animali: balene mediterranee si cibano nel Tirreno centrale
(AGI) - Roma, 25 nov. 2013 - La prestigiosa rivista scientifica
"Marine Biology" ha pubblicato un articolo basato su cinque
anni di monitoraggio estivo (2007-2011) di cetacei nel Tirreno
Centrale arrivando al risultato che le balenottere utilizzano
la regione come area di alimentazione. La balenottera comune e'
il secondo animale del pianeta per dimensioni, dopo la
balenottera azzurra, non presente nel Mediterraneo, e si ciba
di zooplancton e piccoli pesci e cefalopodi. Nel Mediterraneo
e' considerata una specie vulnerabile la cui popolazione e' in
declino.
Lo studio premette come la frequenza di avvistamento di
balenottere nel Tirreno Centrale sia aumentata di tre volte
rispetto a venti anni fa e di come quest'aumento non sia stato
osservato in nessuna altra parte del Mediterraneo; al
contrario, nel Santuario Pelagos altri recenti studi hanno
evidenziato una drastica diminuzione di avvistamenti nello
stesso lasso di tempo. Lo studio nel Tirreno Centrale ha messo
in relazione le concentrazioni nelle acque marine di clorofilla
CHL, che e' legata alla presenza di fitoplancton (nutrimento
primario per zooplancton e piccoli pesci), con gli avvistamenti
di balenottera. Nei cinque anni di studio gli avvistamenti
delle balene erano distribuiti unicamente dove maggiore era la
concentrazione di clorofilla. Lo studio giunge alla conclusione
che la regione del Tirreno Centrale si e' trasformata, con il
cambiare delle condizioni oceanografiche, da area di passaggio
ad area di alimentazione per le balene del Mediterraneo.
Lo studio, realizzato da ISPRA, Accademia del Leviatano ed
Universita' Sapienza di Roma, evidenzia l'importanza della
protezione di questa regione habitat critico per la
balenottera. Lo studio fa parte di un network di ricerca
transfrontaliera, del quale fanno parte anche CIMA, GIS3M,
KETOS, AMP Capocarbonara, che monitora i cetacei lungo le
principali rotte marittime utilizzando traghetti come
piattaforme di osservazione ed e' stato reso possibile grazie
alla collaborazione di Corsica-Sardinia Ferries e Grimaldi
Lines che hanno ospitato i ricercatori a bordo delle loro navi
e della Fondazione CARICIV che ha parzialmente finanziato la
ricerca.
(AGI) CR1/mal
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