giovedì 6 dicembre 2012

COREA DEL SUD: STOP CACCIA BALENE, AMBIENTALISTI ESULTANO
Scongiurata ripresa delle attività


6 dic 2012 - Moby Dick può nuotare tranquilla: nelle acque della Corea del Sud, non ci sarà più nessun Capitan Achab con gli occhi a mandorla a minacciarla. Seul ha deciso formalmente di rinunciare ai suoi piani per la ripresa della caccia alle balene, anche se solo per fini scientifici e di osservazione di questi grossi mammiferi. La notizia è stata accolta con grande soddisfazione dalle associazioni animaliste, in particolare da Greenpeace. Il testa a testa è andato avanti mesi: dallo scorso mese di luglio quando Seoul fece sapere di stare pianificando la ripresa di questo tipo di attività. Da allora oltre 100.000 persone da tutto il mondo hanno mandato messaggi alle autorità coreane, al primo ministro soprattutto, per chiedergli di recedere.
Secondo gli animalisti, infatti, dietro a presunti fini scientifici si nascondono scopi di natura commerciale, che vanno contro l'esigenza primaria di proteggere questa specie. "La voce della gente della Corea e del mondo intero è stata ascoltata dal governo di Seoul", ha dichiarato Jeonghee Han di Greenpeace per l'Asia orientale. "Il mondo intero è contro la caccia alle balene – ha aggiunto l'attivista di Greepeace John Frizzell – anche quando è travestita da ricerca scientifica. La decisione della Corea del sud di ascoltare il popolo e la comunità internazionale rappresenta una grande vittoria per la sopravvivenza di questi animali".
In base alle regole della Commissione internazionale per la caccia alle balene (IWC, International Whaling Commission) la Corea del Sud, se realmente avesse avuto intenzione di riprendere la caccia, avrebbe dovuto presentare una proposta formale entro il 3 dicembre, cosa che non è avvenuta.
Funzionari coreani hanno poi confermato che la decisione di non andare avanti con il piano è stata presa alcuni giorni fa. Dal 1986 esiste una moratoria internazionale per la caccia alle balene ma paesi come la Corea, ma anche il Giappone e la Russia hanno proseguito a cacciarle, uccidendo ogni anno migliaia di esemplari di questi animali per scopi scientifici, spesso motivando la caccia con la spiegazione che il numero delle balene inficia la pesca. Questi paesi, tra l'altro, consentono il consumo di carne di balena, che viene venduta normalmente nei mercati e ai ristoranti, dopo che l'animale è stato ucciso, ufficialmente per motivi "di studio". La Corea del Sud ha una lunga tradizione legata alle balene, avendo in Ulsan, nel sud est del paese, la capitale di questa mattanza che va avanti da secoli.

(ANSA)

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