giovedì 9 marzo 2023

Hibakujumoko, o "alberi superstiti"

 

Ad Hiroshima e a Nagasaki, alcuni alberi sopravvissuti alla bomba atomica sono oggetto di riconoscimento e di speciali attenzioni. Appartengono a più di 30 specie differenti (l'elenco completo è stato redatto dall’Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca ed è consultabile sul sito ufficiale dell’organizzazione internazionale) e simboleggiano la speranza dopo l'annientamento. Sono soprannominati 被爆樹木 Hibakujumoko, "alberi superstiti". Tra questi, anche un salice piangente (Salix babylonica), il più vicino all’epicentro di Hiroshima, con una distanza di appena 370 metri.
 
Durante un viaggio in Giappone, Stefano Mancuso ha avuto modo di studiare le caratteristiche che hanno permesso alle piante di resistere agli oltre 4000° Celsius sviluppatisi nei pressi dell’ipocentro dell’esplosione: le loro radici sono sopravvissute in quanto protette dalla loro posizione interrata e grazie al suolo che è quindi riuscito a fare da scudo anti-nucleare. 
 
Ulteriore ragione della vitalità degli Hibakujumoku è insita nella composizione delle piante in generale, fatte cioè da una struttura unitaria, ma costituita da molteplici moduli autosufficienti gli uni rispetto agli altri.
Di tali alberi superstiti, presenti in tutto il mondo ovunque siano avvenuti disastri (un albero è presente a New York City), vengono scambiati i loro semi in segno di pace nel corso di cerimonie ufficiali.
 
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/c4/Nagasaki_Sanno_Shrine_3.jpg 
photo from wikipedia

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