A proposito di... capezzoli e latte
Nell'epoca pre-internet, avendo da sempre vissuto con gatti e conigli, per sapere quanti capezzoli avessero le cavalle, senza cercare un testo di veterinaria, dovetti aspettare di incontrarne una e guardarle tra le cosce. Idem con le pecore.
Adesso, per ottenere informazioni di questo tipo basta un computer collegato in rete: le mucche ne hanno 4, le scrofe possono averne fino a 14 o 16, le cagne 10, l'opossum della Virginia ne ha 13, le gatte e le coniglie 8 (ma ci sono razze che ne hanno 4 o anche 12), l'orsa ne ha 6, l'elefantessa, la pipistrella, la delfina e la balena 2.
Mi ricordo di un episodio, raccontatomi anni fa dal mio medico agopuntore, riguardante un suo paziente che aveva un capezzolo in più, senza però la relativa ghiandola mammaria. C'è chi li toglie per ragioni estetiche, soprattutto se donne, e chi invece no.
Man mano che il feto si sviluppa, i capezzoli iniziano come gemme di cellule epiteliali, che continuano poi a svilupparsi in capezzoli. Normalmente, durante lo sviluppo ci sono più gemme di quante ce ne saranno effettivamente alla nascita dell'animale. Le altre gemme col tempo regrediscono da sole. È abbastanza comune nelle mucche, tuttavia, trovare capezzoli extra. Queste sono gemme che hanno continuato a svilupparsi e formare capezzoli. Ma non è detto che, anche se c'è una tettarella in più lì, sia presente il tessuto mammario o le ghiandole galattofore.
Il motivo per cui le mucche degli allevamenti intensivi finiscono al macello molto giovani (e non si reggono più in piedi per lo sfinimento) è dovuto al fatto che, per produrre circa 4 litri di latte al giorno, una mucca (allevata per la carne) che allatta il suo vitello pomperà circa 500 litri di sangue attraverso la mammella.
È molto, anzi troppo, sangue per le mucche da latte che, per 10 mesi, producono invece 28 litri di latte al giorno!!
Una scelta alimentare vegan anziché vegetariana, oltre che per la propria salute, è auspicabile anche per questi motivi.
Nessun commento:
Posta un commento