mercoledì 11 luglio 2012

indagine dell'Istituto Piepoli 
Popolo di santi, poeti e navigatori
(che non sanno nuotare) 
Il 40% degli italiani non sa destreggiarsi in acqua. Ogni anno nel mondo 3 milioni di bambini rischiano l'annegamento
 
MILANO - Sembra un paradosso, dato che l'Italia è letteralmente circondata dal mare (8mila km di coste, più laghi e fiumi), ma è la dura verità: quasi la metà degli italiani, quattro su dieci, non sa nuotare. Solo tre su dieci (il 32%) sanno destreggiarsi in acqua e respirare correttamente, il 59% fatica a stare a galla in acqua profonda e il 65% non sa tenere gli occhi aperti al mare o in piscina. Insomma, quasi un disastro. Federica Pellegrini & company? Marziani.
 
INFORTUNI - I dati arrivano da un'indagine dell'Istituto Piepoli e sono stati diffusi da Nicola Brischigiaro, pluricampione mondiale di immersione in apnea, e Acquatic Education (che ha commissionato la ricerca): occasione per presentare una campagna di sensibilizzazione per la sicurezza in acqua. Questa si sviluppa su due temi: "Acquaticità e scurezza 0-12 anni, dai primi bagnetti alla scoperta del mare", e "Con tuo figlio, in acqua, devi sempre sapere cosa fare". «L'annegamento è secondo l'Oms tra le prime cause di mortalità accidentale - spiega Brischigiaro -. Ogni anno nel mondo oltre 3 milioni di bambini e adolescenti sono vittime di infortuni in acqua o rischiano l'annegamento, spesso nelle mini piscine la cui vendita è in continuo aumento». Brischigiaro sottolinea che «i semi-annegamenti sono spesso invalidanti e chi sopravvive può riportare danni fisici e cerebrali anche per tutta la vita: deficit neurologici, fisici e altre patologie correlate». Insomma, con l'acqua (come col fuoco) c'è poco da scherzare. Sul sito si trovano filmati educativi, MP3, decaloghi e supporti suddivisi per fasce di età e location (casa, piscina, mare lago e fiume); le procedure teoriche e pratiche per gestire in sicurezza in bambini nell’ambiente acquatico.

Redazione Salute Online
www.corriere.it 

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