giovedì 17 maggio 2012

Micro-alghe tuttofare

 

Gruissan, Sud della Francia, pittoresco villaggio a bordo mare, i suoi meravigliosi fenicotteri, l’attività delle saline costituiva fino a poco tempo fa la prima risorsa economica, era “L’oro bianco”.

Ancora resistono alcuni produttori di sale alimentare ed industriale ma attualmente la prima risorsa resta il turismo… per ora!
Qui si realizza il più importante progetto francese di valorizzazione energetica delle micro-alghe, il livello sperimentale, in laboratorio, è oramai superato ed è iniziata l’applicazione su grande scala in condizioni reali, appunto, riutilizzando i bacini dismessi dalle vecchie saline. Il progetto denominato Salinalgue è coordinato dalla Compagnie du vent, tredici partner pubblici e privati sono associati a questa realizzazione compresi Ministero dell’ecologia, le regioni Languedoc-Roussillion e Province-Alpes-Côte dAzur e la Comunita Europea.
1000 m² divisi in quattro bacini dove il “brodo di coltura” è costantemente rimestato da ruote idrauliche (simili a quelle dei mulini ad acqua) dove è stata “seminata” la Dunaliella salina, micro-alga locale dalla quale si attendono ottime e versatili prestazioni… ah già! Cosa ci faranno mai di questa melma?
Bio-disel, con una resa prevista tra 5 e 10 volte quella della colza, che si tradurebbe automaticamente con la restituzione di enormi superfici coltivabili alla produzione di vegetali destinati all’alimentazione dell’uomo.

 

La Dunaliella salina ha inoltre la capacità di assorbire enormi quantità di CO2, dell’ordine di un centinaio di tonnellate per ettaro per anno, è possibile captare le emanazioni industriali di prossimità ed immetterle nelle colture, cosa prevista a breve, attualmente l’anidride carbonica necessaria è fornita da una azienda di gas compressi, ciò fa ben sperare in un riequilibrio del carbon footprint molto alto nei biocarburanti.
Da queste alghette ci si attende di ricavare, oltre all’olio, proteine, beta carotene ed infine dai residui sarà possibile ricavare bio-metano, il tutto tra una decina d’anni, il tempo di studiare sistemi ottimizzati perché la coltivazione non venga influenzata da altre alghe o muffe, l’estrazione renda la massima quantità di “olio” e perché questo in tipo di attività sia totalmente rispettosa dell’ambiente.

(Immagini: 1-Il castello di Gruissan (per gentile concessione dal comune di Gruissan); 2-Colorazione rosa del “fior di sale” dato dal beta carotene presente in abbondanza nella Dunaliella salina)

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