Micro-alghe tuttofare
Gruissan,  Sud della Francia, pittoresco villaggio a bordo mare, i suoi  meravigliosi fenicotteri, l’attività delle saline costituiva fino a poco  tempo fa la prima risorsa economica, era “L’oro bianco”.
Ancora resistono alcuni produttori di sale alimentare ed industriale ma attualmente la prima risorsa resta il turismo… per ora!
Qui si realizza il più importante progetto francese di valorizzazione  energetica delle micro-alghe, il livello sperimentale, in laboratorio, è  oramai superato ed è iniziata l’applicazione su grande scala in  condizioni reali, appunto, riutilizzando i bacini dismessi dalle vecchie  saline. Il progetto denominato Salinalgue è coordinato dalla Compagnie du vent,  tredici partner pubblici e privati sono associati a questa  realizzazione compresi Ministero dell’ecologia, le regioni  Languedoc-Roussillion e Province-Alpes-Côte dAzur e la Comunita Europea.
1000 m² divisi in quattro bacini dove il “brodo di coltura” è  costantemente rimestato da ruote idrauliche (simili a quelle dei mulini  ad acqua) dove è stata “seminata” la Dunaliella salina, micro-alga locale dalla quale si attendono ottime e versatili prestazioni… ah già! Cosa ci faranno mai di questa melma?
Bio-disel, con una resa prevista tra 5 e 10 volte quella della colza,  che si tradurebbe automaticamente con la restituzione di enormi  superfici coltivabili alla produzione di vegetali destinati  all’alimentazione dell’uomo.
La Dunaliella salina ha  inoltre la capacità di assorbire enormi quantità di CO2, dell’ordine di  un centinaio di tonnellate per ettaro per anno, è possibile captare le  emanazioni industriali di prossimità ed immetterle nelle colture, cosa  prevista a breve, attualmente l’anidride carbonica necessaria è fornita  da una azienda di gas compressi, ciò fa ben sperare in un riequilibrio  del carbon footprint molto alto nei biocarburanti.
Da queste alghette ci si attende di ricavare, oltre all’olio,  proteine, beta carotene ed infine dai residui sarà possibile ricavare  bio-metano, il tutto tra una decina d’anni, il tempo di studiare sistemi  ottimizzati perché la coltivazione non venga influenzata da altre alghe  o muffe, l’estrazione renda la massima quantità di “olio” e perché  questo in tipo di attività sia totalmente rispettosa dell’ambiente.
(Immagini: 1-Il castello di Gruissan (per gentile concessione dal comune di Gruissan); 2-Colorazione rosa del “fior di sale” dato dal beta carotene presente in abbondanza nella Dunaliella salina)
 
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