mercoledì 23 maggio 2012


Animali - Girano per le strade del centro e trovano rifugio anche in Prefettura

Parchi assediati dai corvi
La fuga delle piccole anatre

Pulcini a rischio. «Nidificano dove si sentono sicure»

MILANO - Troppe cornacchie nei giardini del centro storico, fanno razzia di uova e di pulcini. E così le femmine di germano reale, le più accorte, cercano luoghi sicuri per il loro nido. E con la schiusa delle uova ecco le sorprese. Venerdì scorso dieci anatroccoli sfuggiti al controllo materno hanno attraversato sgambettando la centralissima e trafficata via Senato. Riconsegnati alla madre, che li cercava svolazzando a bassa quota con un qua qua qua rumoroso, due giorni dopo sono ricomparsi nel Palazzo del Governo, in Prefettura, dove in un giardino interno e riparato s’era già accomodata un’altra famigliola. E mamme con nidiate sono stati avvistati in ogni angolo delle periferie risanate, come al Parco delle memorie industriali, al Vigentino, dove ogni sera al tramonto attraversano la strada in fila indiana, con la complicità dei residenti che bloccano il traffico per dare loro la precedenza. Gli esperti lanciano un messaggio ad alta voce: «Se trovate un piccolo volatile selvatico a terra, non toccatelo, salvo che sia in pericolo.

I genitori sono nelle vicinanze, lo nutriranno finché non sarà pronto per volare via». I germani reali sono in aumento qui come in tutte le città d’Europa. Molti si fermano tutto l’anno, avendo smesso l’abitudine a migrare. Li si possono osservare sui Navigli, lungo il corso del Lambro, negli stagni della periferia. «Nei giardini del centro vivono gli individui più confidenti» che gli etologi spiegano essersi «incrociati con anitre domestiche, delle quali sono i selvatici progenitori». Emanuela Avallone, volontaria del Gruppo ornitologico lombardo, tutore dei volatili della Villa Reale, spiega che «in due giorni sono spariti trenta piccoli». Sfortunati gli anatroccoli di germano reale: «L’allevamento della prole grava totalmente sulla madre —aggiunge Avallone—. Più intelligenti sono le gallinelle d’acqua: madre e padre s’alternano nelle cure parentali riuscendo a difendere meglio i pulli dai predatori ». 

E come le cornacchie a fare stragi ogni primavera è la tartaruga «azzannatrice della Florida», che i frequentatori del parco chiamano il «mostro» per le dimensioni raggiunte. Non è leggenda. Qualcuno la gettò nel laghetto sette anni fa. Milano chiuse il suo zoo, in questi stessi giardini, 25 anni fa. Oggi la metropoli intera è uno zoo a cielo aperto. «L’antropizzazione del territorio mette a dura prova le aree verdi dove i selvatici possono vivere senza il contatto con l’uomo—dice Stefano Raimondi, responsabile sanitario del Centro di recupero dei selvatici a Vanzago, dove si ricoverano gli animali feriti di un terzo della Regione —. Ormai si è visto che molte specie decidono di inurbarsi. In inverno la temperatura è un po’ più alta e ci sono maggiori fonti di cibo». In via Palestro ci sono allocchi, rapaci notturni, e allo Stadio gheppi, rapaci diurni e rondoni: si nutrono di ratti e roditori. Il falco pellegrino, che si nutre di piccioni, ha nidificato sul grattacielo di Giò Ponti. I rischi qui non sono i cacciatori, ma cavi e vetrate. Non vediamo le volpi ma ci sono: abitano la boscaglia attorno all’aeroporto di Linate. Animali notturni come i ricci, che percorrono lunghe distanze ma noi censiamo solo quando li troviamo schiacciati dalle ruote di una macchina.
 
Paola D’Amico 

23 maggio 2012 
www.corriere.it

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