sabato 5 giugno 2021

Pioggia artificiale e neve con batteri
 
La presenza di macchie scure sulle foglie degli alberi potrebbe essere dovuta a batteri, come ad esempio la variante ice-minus dello Pseudomonas syringae (ottenuta tramite la tecnologia del DNA ricombinante che consente la rimozione sintetica o l'alterazione di geni specifici), aviodispersi. 
 
Da circa 40 anni, si sta portando avanti una forma di cloud-seeding attraverso i batteri. Risale infatti al 1982, la ricerca della Montana State University sulla capacità di produrre pioggia con la dispersione in atmosfera di batteri, denominata "bioprecipitazione". 
 
La formazione di ghiaccio nelle nuvole è necessaria per la neve e la maggior parte delle precipitazioni, ma per creare nuclei di ghiaccio, a temperature molto più alte rispetto allo 0°, non bastano le particelle di polvere e fuliggine, ma occorrono batteri in grado di catalizzare il congelamento. Tuttavia, i batteri nucleanti del ghiaccio attualmente conosciuti si sono rivelati agenti patogeni delle piante, che possono causare lesioni da congelamento nelle foglie. 
 
Le proteine ​​nucleanti del ghiaccio, derivate dai batteri, vengono utilizzate soprattutto per l'innevamento artificiale tramite i cannoni da neve.
Secondo Brent Christner, microbiologo della Louisiana State University, si sono riscontrati questi batteri nella neve, nel terreno e nelle piantine anche in luoghi come l'Antartide, il territorio dello Yukon in Canada e le Alpi francesi.

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