lunedì 10 agosto 2015

Honduras: ucciso attivista indigeno


29 luglio 2015 - Si chiamava Erasio Vieda Ponce ed era un leader della piccola comunità indigena dei Tolupán di Locomapa, nell'Honduras settentrionale, presumibilmente per mano di sicari assunti dai proprietari terrieri locali.  Erasio Vieda Ponce è la quinta vittima di un'ondata di omicidi mirati di attivisti indigeni della propria comunità, fatta oggetto delle minacce, della criminalizzazione fino all’omicidio a casa della sua opposizione alle compagnie minerarie e al taglio illegale di alberi nei loro territori.
 
Secondo i testimoni, Erasio Vieda Ponce è stato assassinato da due fratelli, Selvin e Marlon Matute, sui quali già pende un mandato d'arresto per l’omicidio di tre leader Tolupán commesso nell'agosto 2013. Malgrado il mandato di arresto, i due hanno continuato indisturbati a frequentare regolarmente Locomapa. Solo due mesi fa, un altro membro della comunità indigena è stato picchiato a morte dopo aver ricevuto minacce. Secondo il locale gruppo in difesa dei diritti indigeni, il Movimento per la Dignità e giustizia (Movimiento Amplio por la Dignidad y La Justicia - MADJ) le autorità locali non hanno fatto nulla per consegnare gli assassini alla giustizia.

Secondo Global Witness, l'Honduras è uno dei paesi più pericolosi per gli attivisti: il piccolissimo stato conta almeno 101 persone uccise tra il 2010 e il 2014. "I membri delle comunità indigene dell'Honduras vengono uccisi perché osano difendere dei loro diritti nella loro terra", spiega Billy Kyte, di Global Witness. “A Locomapa, assassini continuano a circolare liberamente, regolarmente avvistati dalla comunità, senza che le autorità facciano nulla. Il Tolupán stanno pagando con il sangue per l'inazione del loro governo “.

Negli ultimi anni si è registrato un drammatico incremento di omicidi ai danni di attivisti impegnati nella difesa dell’ambiente. Almeno 116 attivisti ambientalisti sono stati assassinati nel 2014. Circa il 40% delle vittime erano indigeni, e quasi tre quarti degli omicidi sono stati commessi in Centro e Sud America. In Honduras - il paese più colpito  - morti e la violenza sono collegati all’espansione delle piantagioni, dello sfruttamento minerario e della costruzioni di dighe, mentre le leggi sulla tutela ambientale sono state abolite, e i killeer godono della quasi totale impunti.
 
La comunità indigena dei Tolupán dal 2009 si oppone  a un progetto minerario che ha occupato vasti terreni di Locomapa senza una previa consultazione delle comunità interessate. I membri della comunità Tolupán hanno inoltre denunciato i taglialegna illegali di saccheggiare le loro foreste.

Nell’agosto  agosto 2013 i fratelli Matute, presumibilmente assunti da una compagnia mineraria locale, hanno aperto il fuoco su una dimostrazione pacifica, uccidendo i leader indigeni Armando Funez Medina, Ricardo Soto Funez e María Enriqueta Matute. Molti membri della comunità hanno dovuto passare sei mesi nascosti fino a quando sono state concesse misure di protezione da parte della Commissione per i diritti umani inter-americana (CIDH). Uno di questi però, Luis de Reyes Marcia, è stato trovato ucciso il 5 aprile scorso, dopo aver presentato alla polizia una denuncia per minacce di morte. Il mese scorso la casa della moglie è stata di nuovo presa di mira a colpi di arma da fuoco da sconosciuti.
 

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