Ravenna, corsa contro il tempo per salvare i daini
Continua la mobilitazione degli animalisti contro l’uccisione dei 67 ungulati da parte della Provincia.
29 dicembre 2014
di Alessandro Polinori -
A Ravenna, nei pressi della Pineta di Classe, qualche decennio fa è stato introdotto, da parte di ignoti, un piccolo nucleo di daini.
Negli anni, la popolazione dei daini è aumentata di numero e gli animali, come naturale, hanno cercato nuovi territori per alimentarsi, andando a occupare aree naturalistiche limitrofe.
Tale presenza, secondo quanto affermato dalla Provincia di Ravenna, ha provocato danni alle coltivazioni agricole e diversi incidenti stradali, in particolare presso la vicina statale Adriatica.
In considerazione di questa situazione, la Provincia di Ravenna è intervenuta varando un piano quinquennale che prevede, nel primo anno, l’uccisione di 67 daini (su 235 animali presenti nell’area, anche se un censimento rileverebbe che, nell’ultimo anno ed in maniera naturale, gli animali sarebbero già diminuiti di un centinaio di esemplari).
Il piano, ribattezzato “ammazza-bambi”, è stato immediatamente contrastato da cittadini ed associazioni, che hanno accusato l’amministrazione di aver respinto l’ipotesi di trasferire gli animali in altre strutture o aree, ed al tempo stesso di non aver attuato le proposte alternative ed incruente, ad esempio per il controllo della fertilità, avanzate da anni dalle stesse associazioni animaliste, malgrado l’applicazione dei metodi ecologici rappresenti una priorità stabilita dall’art. 19 della legge 157/92, che ha quindi precedenza rispetto a forme di controllo cruente.
E tra le motivazioni addotte nel voler attuare un provvedimento “violento”, vi sarebbe anche la necessità di trovare soluzioni “economiche”.
Peccato solo che un’industriale di origine tedesca, co-proprietaria del Frankfurter Allgemeine Zeitung e da sempre sensibile alla causa animalista, alla sua proposta di accogliere nella propria tenuta agricola gli animali, assumendosi anche il compito e i costi relativi alla cattura ed al trasferimento degli esemplari, (cosa già fatta in passato per analoghe situazioni riguardanti altri animali selvatici), si sia sentita rispondere che i daini non possono essere spostati, perché si tratta di “patrimonio indisponibile dello Stato”.
Ucciderli si, ma salvargli la vita, trasferendoli in un luogo sicuro e senza alcuna spesa per la pubblica amministrazione, no.
Giorno dopo giorno, è così proseguita e cresciuta la mobilitazione popolare in difesa degli animali, con esposti, manifestazioni, l’invio di migliaia di e-mail di protesta, sino ad arrivare alla recente impugnazione di fronte al TAR della delibera della Provincia di Ravenna, da parte di una serie di associazioni e gruppi, contrari all’atto che spianerebbe la strada ai fucili dei cacciatori e che quindi attendono con ansia la sospensione del provvedimento.
Una vicenda che ha dell’incredibile e che non sta certamente regalando un’immagine positiva al territorio di Ravenna, il tutto anche oltre confine, dove in molti si stanno mobilitando per chiedere di trovare, con un pò di buon senso, una soluzione in grado di risolvere la situazione senza alcuno spargimento di sangue.
La corsa contro il tempo prosegue.... riusciranno i daini di Ravenna a festeggiare l’inizio del nuovo anno con una buona notizia?
http://www.animalieanimali.it
A Ravenna, nei pressi della Pineta di Classe, qualche decennio fa è stato introdotto, da parte di ignoti, un piccolo nucleo di daini.
Negli anni, la popolazione dei daini è aumentata di numero e gli animali, come naturale, hanno cercato nuovi territori per alimentarsi, andando a occupare aree naturalistiche limitrofe.
Tale presenza, secondo quanto affermato dalla Provincia di Ravenna, ha provocato danni alle coltivazioni agricole e diversi incidenti stradali, in particolare presso la vicina statale Adriatica.
In considerazione di questa situazione, la Provincia di Ravenna è intervenuta varando un piano quinquennale che prevede, nel primo anno, l’uccisione di 67 daini (su 235 animali presenti nell’area, anche se un censimento rileverebbe che, nell’ultimo anno ed in maniera naturale, gli animali sarebbero già diminuiti di un centinaio di esemplari).
Il piano, ribattezzato “ammazza-bambi”, è stato immediatamente contrastato da cittadini ed associazioni, che hanno accusato l’amministrazione di aver respinto l’ipotesi di trasferire gli animali in altre strutture o aree, ed al tempo stesso di non aver attuato le proposte alternative ed incruente, ad esempio per il controllo della fertilità, avanzate da anni dalle stesse associazioni animaliste, malgrado l’applicazione dei metodi ecologici rappresenti una priorità stabilita dall’art. 19 della legge 157/92, che ha quindi precedenza rispetto a forme di controllo cruente.
E tra le motivazioni addotte nel voler attuare un provvedimento “violento”, vi sarebbe anche la necessità di trovare soluzioni “economiche”.
Peccato solo che un’industriale di origine tedesca, co-proprietaria del Frankfurter Allgemeine Zeitung e da sempre sensibile alla causa animalista, alla sua proposta di accogliere nella propria tenuta agricola gli animali, assumendosi anche il compito e i costi relativi alla cattura ed al trasferimento degli esemplari, (cosa già fatta in passato per analoghe situazioni riguardanti altri animali selvatici), si sia sentita rispondere che i daini non possono essere spostati, perché si tratta di “patrimonio indisponibile dello Stato”.
Ucciderli si, ma salvargli la vita, trasferendoli in un luogo sicuro e senza alcuna spesa per la pubblica amministrazione, no.
Giorno dopo giorno, è così proseguita e cresciuta la mobilitazione popolare in difesa degli animali, con esposti, manifestazioni, l’invio di migliaia di e-mail di protesta, sino ad arrivare alla recente impugnazione di fronte al TAR della delibera della Provincia di Ravenna, da parte di una serie di associazioni e gruppi, contrari all’atto che spianerebbe la strada ai fucili dei cacciatori e che quindi attendono con ansia la sospensione del provvedimento.
Una vicenda che ha dell’incredibile e che non sta certamente regalando un’immagine positiva al territorio di Ravenna, il tutto anche oltre confine, dove in molti si stanno mobilitando per chiedere di trovare, con un pò di buon senso, una soluzione in grado di risolvere la situazione senza alcuno spargimento di sangue.
La corsa contro il tempo prosegue.... riusciranno i daini di Ravenna a festeggiare l’inizio del nuovo anno con una buona notizia?
http://www.animalieanimali.it
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