TARTARUGHE MARINE CHE RIPRENDONO IL MARE... E LA LIBERTA'. UN'EMOZIONE UNICA!
La cronostoria di una bellissima ed emozionante giornata che ha visto la liberazione, ad Ostia, di questi splendidi animali, dopo lunghi mesi di cure presso la prestigiosa Stazione Zoologica "Antorn Dohrn" - Turtle Point di Napoli che opera in collaborazione con TartaLazio, la rete di pronto intervento e soccorso istituita dalla Regione Lazio e che vede impegnate, tra i diversi Enti, 8 aree protette del litorale laziale, tra cui le Aree Marine Protette "Ventotene e S.Stefano" e "Secche di Tor Paterno", la Capitaneria di Porto e la Guardia Costiera.
21 giu 13 - Cinque mesi fa, in una gelida giornata di metà gennaio, una tartaruga marina della specie Caretta caretta viene trovata con un principio di assideramento su una spiaggia di Ostia; accanto a lei, una compagna di viaggio per la quale era ormai troppo tardi. Quella tartaruga è Giannina e alcuni giorni fa, superati i problemi di salute legati anche a un blocco intestinale per ingestione di buste di plastica e cotton fioc, è tornata nel suo habitat naturale insieme ad altre 7 compagne di sventura, che con lei hanno condiviso lunghi mesi di cure presso la prestigiosa Stazione Zoologica "Antorn Dohrn" - Turtle Point di Napoli, da molti anni impegnata nel recupero delle tartarughe marine, animali ad alto rischio d'estinzione. Il salvataggio di Giannina è stata la prima "prova su campo" di TartaLazio, la rete di pronto intervento e soccorso istituita dalla Regione Lazio e che vede impegnate, tra i diversi Enti, 8 aree protette del litorale laziale, tra cui le Aree Marine Protette "Ventotene e S.Stefano" e "Secche di Tor Paterno", la Capitaneria di Porto e la Guardia Costiera. Giannina, soccorsa dalla Capitaneria di Porto di Roma Fiumicino, è stata affidata temporaneamente al centro di recupero presso Zoomarine Onlus e, date le sue condizioni critiche, subito trasferita al Turtle Point. Giannina è stata fortunata: in pochi mesi è tornata in gran forma, pronta a tornare al mare come altre 7 tartarughe la cui degenza è stata invece molto più lunga e sofferta, per periodi tra 1 anno a quasi 2 anni: come per Bernardino, sequestrato a Civitavecchia dalla Cites o per la piccola Irene Camomilla, che si è autoamputata la pinna anteriore sinistra per liberarsi da una rete nel mare ponziano e che ha dovuto esercitarsi a trovare nuovi equilibri nel nuoto....Per l'operazione di rilascio, che segue un rigoroso protocollo scientifico per assicurare in tutte le fasi il benessere degli animali, è stato individuato il mare laziale, in considerazione anche della forte memoria genetica che questi rettili hanno delle geografie marine. E nel mare laziale, la Stazione Zoologica - Turtle Point ha scelto, per questo primo rilascio nell'ambito della Rete Tartalazio, le "Secche di Tor Paterno" sia perchè, trovandosi in mare aperto e profondo, a circa 5 miglia dalla costa tra Ostia e Torvaianica, offrono le condizioni ottimali affinchè questi animali, un po' disorientati dalla lunga permanenza in "ospedale", possano rapidamente prendere confidenza con il loro ambiente, sia per mantenere viva l'attenzione e la partecipazione delle persone che vivono e lavorano lungo questo tratto di costa. Così le otto tartarughe la mattina presto del 7 giugno iniziano nel pulmino della Amp "Secche di Tor Paterno", sotto l'occhio attento del loro dottore-fisioterapista e un poco anche "papà" Dott. Gianluca Treglia (tecnico esperto in tartarughe marine, referente della Stazione Zoologica di Napoli per il Lazio) il viaggio che le riporterà finalmente nel loro mondo. Tranquille nelle loro vasche, si sottopongono con pazienza all'incontro, sotto un sole che comincia a farsi fastidioso, con il pubblico e una scolaresca di Ostia accorsi a vederle al Porto Turistico e a sentire le loro storie e poi si fanno trasportare nei mezzi nautici che le condurranno alle Secche. Le vele colorate dei catamarani della Lega Navale di Ostia, impegnate in una uscita pre-regata, le accompagnano salutandole silenziosamente e quando al largo gli spruzzi d'acqua di mare raggiungono le vasche, ecco che le tartarughe, tutte, cominciano ad agitarsi, muovono le pinne, vorrebbero uscire: hanno sentito il mare!
Alle boe 7 e 8 dell'Area Marina, le attendono i Centri Subacquei autorizzati delle "Secche di Tor Paterno" ognuno con un gommone: è infatti questo il mezzo ideale per rilasciare gli animali, che possono scivolare dolcemente lungo il bordo ed entrare in acqua senza traumi. I "ragazzi" dei Centri Subacquei sono visibilmente emozionati nel sentirsi così coinvolti in questa iniziativa. Il rilascio avviene infatti proprio dalle dalle loro mani, dietro le indicazioni esperte di Treglia, e tutto procede bene, nonostante non sia facile reggere e posizionare in modo corretto le tartarughe che, appena uscite dalla vasca e ormai consapevoli di avere il mare a due passi, sprigionano tutta la loro potenza muscolare, si divincolano, preparano le pinne in assetto di nuoto: vogliono andare.
Perfino la piccola Irene Camomilla con il suo moncherino sinistro, che nelle prime pinnate è "andata un po' storta", facendo stringere il cuore a tutti, ha riacquistato rapida il suo assetto e dopo poco è scomparsa in profondità: ce la farai anche con tre zampe, è l'augurio che tutti le sussurrano quasi a volerla incoraggiare .Anche Righeira, Roverella, tutte le altre sono accompagnate al mare con dolci incitamenti ad andare, o con sguardi pieni di attenzione, gioia, solidarietà.
"Dare un nome" significa "prendersi cura": così nel suddividere le tartarughe per il rilascio, si è voluto dare anche un forte valore simbolico all'iniziativa che per una serie di fortunate coincidenze, è avvenuta a ridosso della "Giornata Mondiale degli Oceani": quello, per tutti, di proseguire nell'impegno per la salute del mare, di cui le tartarughe sono uno degli emblemi più fragili e importanti. Cosi, non a caso, sono Giannina, soccorsa dalla C.d.P., e Bernardino, salvato dal personale Cites che opera in sinergia con la C.d.P. contro il commercio e la detenzione degli animali selvatici, a tornare al mare dalla plancia della motovedetta della Capitaneria. E nello stesso modo, una "tecnica" operazione di rilascio dai gommoni si è trasformata in un occasione di grande partecipazione emotiva, in cui la Stazione Zoologica e l'Area Marina Protetta hanno affidato queste preziose creature ai subacquei per il loro ritorno al mare, dopo aver pagato in sofferenza per l'eccessivo impatto delle attività umane su questo ambiente.
Toccare con mano il fortissimo istinto di queste creature di antichissime origini per il loro mondo naturale, essere partecipi in prima persona di un "riscatto" di 8 vite preziose restituite al loro mondo in gran parte ancora misterioso, fatto di lunghi e instancabili viaggi nell'infinito del mare, resterà nel cuore e nella mente di tutti quanto hanno partecipato al rilascio e un piccolo passo per cambiare, in meglio, il nostro mondo, è stato sicuramente compiuto.
www.animalieanimali.it
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