Sono già 12 i lupi ritrovati morti dall’inizio dell’anno nel Parco Nazionale d’Abruzzo: la fauna protetta è sotto attacco.
Legambiente: «Solidarietà con il parco, ma necessarie misure
straordinarie per stroncare questi attacchi al patrimonio di
biodiversità del Paese»
Pescara, 6 marzo 2013 - Da quanto risulta dai resoconti effettuati
dalle Guardie del Parco e dal Corpo Forestale dello Stato, dall’inizio
dell’anno a oggi sono 12 gli esemplari di lupo rinvenuti morti nel Parco
Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e nella sua Zona di protezione
esterna. È stato accertato, per 8 di questi animali, il decesso per arma
da fuoco o tramite veleno, per 2 il cimurro, e per gli altri 2 si
aspetta il risultato delle analisi autoptiche dell’Istituto
Zooprofilattico Sperimentale di Teramo.
«Si tratta di un vero e proprio attacco al patrimonio di biodiversità
del Parco – sostengono Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente
Abruzzo, e Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree protette e
biodiversità di Legambiente – e ad una specie fortemente protetta a
livello nazionale e internazionale, oltre che di fondamentale importanza
per l’equilibrio ecologico dell’Appennino. C’è necessità di una
risposta forte da parte delle autorità locali e nazionali che devono
farsi carico, d’intesa con l’Ente parco, di misure straordinarie per
fermare questi attacchi alla fauna protetta che colpiscono
sistematicamente l’area protetta più importante d’Italia».
Accanto ad un ulteriore rafforzamento delle misure di vigilanza e
controllo del territorio e all’accertamento dei responsabili di cui non
si rileva mai traccia, Legambiente ritiene sia necessario uno sforzo
comune per mettere in atto un’azione di condivisione con le altre
istituzioni (Ministero, Regione, province, Comuni, Asl) per frenare
tutti i fenomeni di illegalità, a partire dal bracconaggio, che
investono in maniera preoccupante le aree protette. Serve, al contempo,
anche un maggiore impegno e un rapporto costante con i portatori di
interesse locali (allevatori, agricoltori, veterinari) per condividere
assieme scelte e strategie per la conservazione della fauna selvatica e
la tutela delle attività produttive.
«In quest’ottica, suggeriamo di adottare anche nel Parco d’Abruzzo
misure e attività già sperimentate in altre aree protette nel contesto
appenninico – concludono Di Matteo e Nicoletti – con l’obiettivo da un
lato di mitigare il conflitto tra l’uomo e la fauna selvatica, e
dall’altro di ridurre i fattori di rischio per il lupo. Ad esempio, ci
sono quelle applicate dal Parco nazionale della Majella attraverso il
progetto Life Wolfnet o dal Parco nazionale del Gran Sasso con il
progetto Extra. È proprio dalla sinergia con le altre aree protette
abruzzesi, attraverso un accordo di cooperazione, che può giungere la
prima e più immediata risposta contro le aggressioni subite dal parco
d’Abruzzo, al quale va la nostra solidarietà e disponibilità per tutte
le iniziative che riterranno opportune».
Ufficio stampa Legambiente Abruzzo - ufficiostampa@legambienteabruzzo.it
Nessun commento:
Posta un commento