lunedì 4 marzo 2013

Imperdibile Commento del Capitano Paul Watson

Sea Shepherd: rimaniamo impassibili per i nostri clienti

 
– 04/03/2013 - I tribunali possono chiamarci pirati. I balenieri possono chiamarci terroristi. I troll e i critici possono chiamarci con qualunque dannato nome vogliano. I media possono scrivere feroci editoriali di denuncia nei nostri confronti. Greenpeace può condannare le nostre tattiche. Semplicemente non ci interessa. Qualunque cosa chiunque dica riguardo a Sea Shepherd, i nostri capitani, i nostri ufficiali, il nostro equipaggio o me stesso, non potrà mai portar via quello che abbiamo ottenuto – la vita per 800 balene in questa stagione e per circa 5.000 balene negli oltre nove anni in cui abbiamo difeso il Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud. Sapere che questi magnifici, socialmente complessi, intelligenti, senzienti cittadini oceanici in questo momento stanno nuotando liberi perché siamo intervenuti ci dona un profondo senso di felicità e gioia. Le balene stanno nuotando libere e non sono state crudelmente arpionate e macellate sul ponte di quello spregevole macello galleggiante che è la Nisshin Maru. E abbiamo fatto tutto ciò senza ferire una singola persona.

Abbiamo strappato dalle loro avide mani i loro profitti illeciti e causato ai balenieri decine di milioni di dollari di debiti. Le vite di queste balene e la sicurezza del Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud vale i rischi che abbiamo corso, vale le azioni legali, vale la possibilità di arresto e detenzione. Li vale perché abbiamo appena fatto un enorme investimento per assicurare un futuro più sicuro per i cetacei, per l'integrità ecologica degli oceani e verso la nostra stessa sopravvivenza come specie. I tribunali, i media, i governi e i critici non capiscono che non ci interessano le loro opinioni, perché noi rappresentiamo gli interessi dei nostri clienti e, per quanto riguarda l'Operazione Zero Tolerance, i nostri clienti sono le balenottere minori, le balenottere comuni e le megattere antartiche. Rappresentiamo, inoltre, gli interessi di migliaia di persone che sostengono i nostri sforzi con le loro donazioni. Nel Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud la nostra priorità è quella di salvare le vite delle balene senza provocare alcuna ferita a nessun baleniere, ed è ciò che abbiamo fatto. Siamo andati a Sud, abbiamo mantenuto le nostre posizioni, non abbiamo vacillato e abbiamo impedito l'uccisione di balene e costretto la flotta baleniera a ritirarsi dall'Oceano del Sud.

E quella di questa stagione è stata la nostra Campagna più efficace di sempre e vedrà la quota più bassa di uccisioni dell'intera storia delle operazioni di caccia alle balene da parte del Giappone in Oceano del Sud.

Non c'è una sola balena o un solo delfino nell'oceano intero che non sarebbe d'accordo con ciò che abbiamo fatto, e questo è tutto quello che ci occorre sapere.

E se i balenieri ritorneranno la prossima stagione, noi ritorneremo, e così per ogni stagione fino a che sarà necessario, perché ciò che è stato stabilito da accordi internazionali è che il Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud deve essere protetto in quanto santuario e, logica e compassione dettano che, in un'area designata come santuario, le balene non debbano essere massacrate.

Parole e minacce, condanne e etichette non scoraggeranno il nostro impegno di proteggere la vita nei nostri oceani.

Nel giro di pochi mesi, lungo le coste dell'Australia, nasceranno piccoli di balena che sarebbero altrimenti stati strappati dai ventri delle loro madri. Lasceranno il ventre materno e nuoteranno in superficie per il loro primo respiro di vita, non venendo mai a conoscenza di quanto siano andati vicino a rischiare di venire serviti su un piatto di delicato sushi a Tokyo. Ma noi lo sapremo, e con questa consapevolezza vi sarà tepore nei nostri cuori e sorrideremo sapendo di aver dato il dono della vita alle più nobili creature del mare.

Le balene non piangono e nemmeno noi.

Traduzione a cura di Valentina Guerrieri

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