Sea Shepherd: rimaniamo impassibili per i nostri clienti
– 04/03/2013 - I tribunali possono chiamarci pirati. I balenieri possono chiamarci
terroristi. I troll e i critici possono chiamarci con qualunque dannato
nome vogliano. I media possono scrivere feroci editoriali di denuncia
nei nostri confronti. Greenpeace può condannare le nostre tattiche. Semplicemente
non ci interessa. Qualunque cosa chiunque dica riguardo a Sea Shepherd,
i nostri capitani, i nostri ufficiali, il nostro equipaggio o me
stesso, non potrà mai portar via quello che abbiamo ottenuto – la vita
per 800 balene in questa stagione e per circa 5.000 balene negli oltre
nove anni in cui abbiamo difeso il Santuario dei Cetacei in Oceano del
Sud. Sapere che questi magnifici, socialmente complessi, intelligenti,
senzienti cittadini oceanici in questo momento stanno nuotando liberi
perché siamo intervenuti ci dona un profondo senso di felicità e gioia.
Le balene stanno nuotando libere e non sono state crudelmente arpionate e
macellate sul ponte di quello spregevole macello galleggiante che è la
Nisshin Maru. E abbiamo fatto tutto ciò senza ferire una singola
persona.
Abbiamo strappato dalle loro avide mani i loro
profitti illeciti e causato ai balenieri decine di milioni di dollari di
debiti. Le vite di queste balene e la sicurezza del Santuario dei
Cetacei in Oceano del Sud vale i rischi che abbiamo corso, vale le
azioni legali, vale la possibilità di arresto e detenzione. Li vale
perché abbiamo appena fatto un enorme investimento per assicurare un
futuro più sicuro per i cetacei, per l'integrità ecologica degli oceani e
verso la nostra stessa sopravvivenza come specie. I tribunali, i media,
i governi e i critici non capiscono che non ci interessano le loro
opinioni, perché noi rappresentiamo gli interessi dei nostri clienti e,
per quanto riguarda l'Operazione Zero Tolerance, i nostri clienti sono
le balenottere minori, le balenottere comuni e le megattere antartiche.
Rappresentiamo, inoltre, gli interessi di migliaia di persone che
sostengono i nostri sforzi con le loro donazioni. Nel Santuario dei
Cetacei in Oceano del Sud la nostra priorità è quella di salvare le vite
delle balene senza provocare alcuna ferita a nessun baleniere, ed è ciò
che abbiamo fatto. Siamo andati a Sud, abbiamo mantenuto le nostre
posizioni, non abbiamo vacillato e abbiamo impedito l'uccisione di
balene e costretto la flotta baleniera a ritirarsi dall'Oceano del Sud.
E quella di questa stagione è stata la nostra Campagna più efficace di
sempre e vedrà la quota più bassa di uccisioni dell'intera storia delle
operazioni di caccia alle balene da parte del Giappone in Oceano del
Sud.
Non c'è una sola balena o un solo delfino nell'oceano
intero che non sarebbe d'accordo con ciò che abbiamo fatto, e questo è
tutto quello che ci occorre sapere.
E se i balenieri
ritorneranno la prossima stagione, noi ritorneremo, e così per ogni
stagione fino a che sarà necessario, perché ciò che è stato stabilito da
accordi internazionali è che il Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud
deve essere protetto in quanto santuario e, logica e compassione
dettano che, in un'area designata come santuario, le balene non debbano
essere massacrate.
Parole e minacce, condanne e etichette non scoraggeranno il nostro impegno di proteggere la vita nei nostri oceani.
Nel giro di pochi mesi, lungo le coste dell'Australia, nasceranno
piccoli di balena che sarebbero altrimenti stati strappati dai ventri
delle loro madri. Lasceranno il ventre materno e nuoteranno in
superficie per il loro primo respiro di vita, non venendo mai a
conoscenza di quanto siano andati vicino a rischiare di venire serviti
su un piatto di delicato sushi a Tokyo. Ma noi lo sapremo, e con questa
consapevolezza vi sarà tepore nei nostri cuori e sorrideremo sapendo di
aver dato il dono della vita alle più nobili creature del mare.
Le balene non piangono e nemmeno noi.
Traduzione a cura di Valentina Guerrieri
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