16 giugno 2012 - L’eccessivo quantitativo di grassi che assumiamo sempre più, quotidianamente, con la dieta sta notevolmente alterando le nostre capacità digestive, anche degli alimenti più sani e facilmente digeribili. Ciò comporta, di conseguenza, un “arricchimento” ed evoluzione di nuovi batteri all’interno della flora batterica autoctona, che iniziano a svilupparsi nel nostro intestino. Il sempre maggiore numero di malattie a livello intestinale sembrerebbe dovuto a questo: il cambio dell’equilibrio e del bilanciamento della nostra flora batterica, che, in Gran Bretagna, dicono i ricercatori, è tipico di una persona su 350.
Malattie come il morbo di Chron o la colite ulcerosa sono proprio causate da un’infiammazione degli intestini e causano spesso sintomi tra cui crampi addominali e dissenteria. Alcuni ricercatori dell’Università di Chicago hanno studiato gli effetti della variabilità dell’alimentazione in due gruppi di ratti, entrambi alimentati con una dieta ricca in grassi. Solo che mentre il primo gruppo si cibava di grassi polinsaturi, il secondo assumeva grossi quantitativi di latte, contenente grassi saturi.
Ed è proprio nel secondo gruppo che si notavano più disturbi intestinali, in quanto, essendo tali grassi molto più difficili e pesanti da digerire, l’intestino doveva riempirsi di una quantità maggiore di bile, alterando, appunto, l’equilibrio della flora batterica autoctona. La colpa è soprattutto di un batterio, il Bilophila wadsworthia, tipico dell’ingestione di grassi saturi, che si moltiplica così tanto da rappresentare ben il 6% di tutta la flora batterica intestinale, con le conseguenze che abbiamo appena visto.
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