domenica 14 marzo 2021

Maria Paola Chiesi, l’imprenditrice che salva gli alberi: «Ne sogno 200.000, uno per abitante»

Maria Paola Chiesi conta di raggiungere il traguardo del suo bosco urbano tra cinque anni. «L’emergenza climatica è più devastante della pandemia»

 
Maria Paola Chiesi, l'imprenditrice che salva gli alberi: «Ne sogno 200.000, uno per abitante»  
Maria Paola Chiesi, 52 anni, imprenditrice (foto Annarita Melegari)

Per ora è solo un sogno, ma lei ci crede. Circondare Parma di boschi. «Duecentomila alberi piantati in cinque anni. Uno per ogni abitante. Sarebbe un risultato straordinario se solo raggiungessimo questo primo obiettivo». Precisiamo: chi si è messo in testa di rimboscare Parma e la sua provincia, chi si è messo a sognare, non è una fondamentalista dell’ambiente. Maria Paola Chiesi è un’imprenditrice di 52 anni, di un grande gruppo farmaceutico (Chiesi Farmaceutici S.p.A.) tra i più importanti in Italia e nel mondo. Un’imprenditrice però che parla come una radicale.

Emergenza

«Le aziende non possono andare avanti così. La società intera non può andare avanti così. L’emergenza climatica è molto più devastante dell’attuale pandemia. O ci prendiamo cura del pianeta o non ci salveremo. Radicale io? Diciamo razionale». Chiesi è una donna sposata, madre di tre figli, che in realtà mescola due elementi: il pragmatismo imprenditoriale e un sentimentalismo legato ai ricordi d’infanzia. Spiega: «Forse la mia sensibilità deriva dal fatto che sono cresciuta in campagna, in mezzo ai campi. Ma è anche vero che i miei ragionamenti sono basati su ciò che ci dicono gli scienziati: è l’emergenza climatica a imporre alle aziende e ai cittadini una nuova visione».

Bosco urbano

La sua idea di «Bosco urbano» ha partorito il Consorzio Kilometroverde, di cui è presidente, nel maggio di un anno fa. Un Consorzio composto per ora da 27 tra soci ordinari e sostenitori che si è posto l’obiettivo di mettere «a dimora» un numero di alberi tale da arrivare ai 200 mila in cinque anni. «Un giorno mi sono detta: ma perché non pensare in grande? Non sognare?». Ecco l’idea germogliare. Il sogno: dare vita, ex novo, a boschi e biodiversità in tutta la provincia di Parma su superfici minime di 2.000 metri quadrati, perché questa è la definizione italiana di boschi. Il Consorzio sta contattando uno per uno comuni della provincia, aziende e agricoltori. A loro si chiede di mettere a disposizione i terreni che per motivi diversi non utilizzano. Maria Paola Chiesi crede nella funzione sociale delle imprese: «Non possono pensare solo al profitto, di essere dei parassiti del pianeta usando molte risorse umane, ambientali, sociali ed economiche. Devono assumersi le loro responsabilità». Giorni fa un dirigente dell’Arpa Emilia-Romagna le ha mostrato dei numeri: «Il Covid ha provocato circa 70 mila decessi, le morti per inquinamento sono state 70 mila». Il dibattito è in corso. Non tutti sono d’accordo, c’è chi parla di catastrofismo ambientale. E l’imprenditrice sa che non basta solo piantare alberi per rivolvere i problemi. «Ma che io sappia non c’è miglior tecnologia dell’albero per intrappolare i veleni».

 

Per ora è solo un sogno, ma lei ci crede. Circondare Parma di boschi. «Duecentomila alberi piantati in cinque anni. Uno per ogni abitante. Sarebbe un risultato straordinario se solo raggiungessimo questo primo obiettivo». Precisiamo: chi si è messo in testa di rimboscare Parma e la sua provincia, chi si è messo a sognare, non è una fondamentalista dell’ambiente. Maria Paola Chiesi è un’imprenditrice di 52 anni, di un grande gruppo farmaceutico (Chiesi Farmaceutici S.p.A.) tra i più importanti in Italia e nel mondo. Un’imprenditrice però che parla come una radicale.

Emergenza

«Le aziende non possono andare avanti così. La società intera non può andare avanti così. L’emergenza climatica è molto più devastante dell’attuale pandemia. O ci prendiamo cura del pianeta o non ci salveremo. Radicale io? Diciamo razionale». Chiesi è una donna sposata, madre di tre figli, che in realtà mescola due elementi: il pragmatismo imprenditoriale e un sentimentalismo legato ai ricordi d’infanzia. Spiega: «Forse la mia sensibilità deriva dal fatto che sono cresciuta in campagna, in mezzo ai campi. Ma è anche vero che i miei ragionamenti sono basati su ciò che ci dicono gli scienziati: è l’emergenza climatica a imporre alle aziende e ai cittadini una nuova visione».

Bosco urbano

La sua idea di «Bosco urbano» ha partorito il Consorzio Kilometroverde, di cui è presidente, nel maggio di un anno fa. Un Consorzio composto per ora da 27 tra soci ordinari e sostenitori che si è posto l’obiettivo di mettere «a dimora» un numero di alberi tale da arrivare ai 200 mila in cinque anni. «Un giorno mi sono detta: ma perché non pensare in grande? Non sognare?». Ecco l’idea germogliare. Il sogno: dare vita, ex novo, a boschi e biodiversità in tutta la provincia di Parma su superfici minime di 2.000 metri quadrati, perché questa è la definizione italiana di boschi. Il Consorzio sta contattando uno per uno comuni della provincia, aziende e agricoltori. A loro si chiede di mettere a disposizione i terreni che per motivi diversi non utilizzano. Maria Paola Chiesi crede nella funzione sociale delle imprese: «Non possono pensare solo al profitto, di essere dei parassiti del pianeta usando molte risorse umane, ambientali, sociali ed economiche. Devono assumersi le loro responsabilità». Giorni fa un dirigente dell’Arpa Emilia-Romagna le ha mostrato dei numeri: «Il Covid ha provocato circa 70 mila decessi, le morti per inquinamento sono state 70 mila». Il dibattito è in corso. Non tutti sono d’accordo, c’è chi parla di catastrofismo ambientale. E l’imprenditrice sa che non basta solo piantare alberi per rivolvere i problemi. «Ma che io sappia non c’è miglior tecnologia dell’albero per intrappolare i veleni».

Nessun commento:

Posta un commento