PAESE CHE VAI GAFFE CHE FAI
Pechino vuole istituire dei corsi di etichetta per i cinesi che vanno in vacanza all'estero (140 milioni nel 2014) perché - tra cattive abitudini come sputare, spingere in coda e lasciare cadere dalla bocca sul tavolo del ristorante i bocconi non graditi - creano problemi d'immagine alla seconda economia mondiale. E gli italiani oltre confine come si comportano? Sono 12,7 milioni (contro i 17 milioni del 2007) gli italiani che, anche per pochi giorni, vanno in vacanza all’estero. Siamo più educati dei cinesi ma, soprattutto in Estremo Oriente, appariamo un po' grossolani e provinciali.
FIGURACCE IN GIAPPONE
Emblematica l'avventura d'un nostro imprenditore a Tokyo. Per suggellare l’affare concluso ha alzato il bicchiere e invitato a brindare con un 'cin cin'. I partner sono sbiancati, in giapponese quel termine è la più volgare accezione di 'pene'. Solo l’ultimo d'una serie di errori. Ha scambiato i biglietti da visita con una sola mano e li ha subito intascati: gesti che testimoniano scarsa considerazione. La business card (primo approccio d'un popolo timidissimo) va data e presa con due mani, va guardata e tenuta sul tavolo sino a fine incontro. É entrato in casa del suo ospite senza togliersi le scarpe. Non s'è inchinato davanti a sua moglie ma le ha stretto con forza la mano: due manifestazioni d'arroganza. Ha rifiutato la rituale tazza di tè dicendo di preferire il caffè: è segno di benvenuto e, se non la si gradisce, basta portarla alle labbra. Ha interrotto il cliente e alzato il tono di voce durante la contrattazione rischiando di 'fargli perdere la faccia'. In Oriente non bisogna urlare né perdere la pazienza, tanto più se si ha bisogno d’aiuto. La filosofia confuciana, base delle società del Far East, non prevede il rifiuto. L’aggressività mostra debolezza. Se vi alterate perché l’affare non si conclude rischiate di perderlo. Il nostro amico, raffreddato, s'è poi soffiato rumorosamente il naso a tavola: volgarità paragonabile a scoreggiare in pubblico in Europa, bisogna tamponare e se non si resiste si va in bagno.
GIRO DEL MONDO DI FIGURACCE
Viaggiando in culture diverse è facile fare gaffe. A tavola in Cina, se si è ospiti, mai rifiutare il cibo offerto, basta assaggiare, né finire tutto quel che c’è nel piatto, va lasciato qualche chicco di riso per mostrare che il pasto era abbondante. E mai piantare le bacchette in una ciotola di riso: è una pratica funeraria.
IN MEDIO ORIENTE
Nel mondo islamico, accavallare le gambe mostrando la suola delle scarpe (immonda) è un insulto e può provocare reazioni violente. A fine pranzo la tazzina del caffè viene continuamente riempita, se non ne volete più non dovete coprirla con la mano (offensivo) ma rovesciarla. E una donna non deve mai toccare un uomo in pubblico: in Iran è addirittura reato. In Medio Oriente come in India, se si diventa amici con una persona dello stesso sesso è normale passeggiare mano nella mano: non sottintende proposte gay, chi lo rifiuta nega l’amicizia. E nei bazar non s'inizia una contrattazione se non si vuole comprare un prodotto: è un lavoro non un gioco.
IN INDIA NON TOCCATE LE TESTE DEI BAMBINI
In India e nei Paesi buddisti è disdicevole accarezzare la testa dei bambini, perché è la sede del chakra Sahasrara: se toccata da uno sconosciuto – forse impuro e comunque fuori casta – dev’essere al più presto sanata con riti di purificazione. Le donne non devono mostrare le spalle: parte erogena al contrario del ventre che qui è esibito nudo da sotto il seno fino al pube. Mai dichiararsi atei: priva del senso di appartenenza, se siete europei per loro siete cristiani, la risposta giusta è <Dio è uno>. Le persone si salutano a mani giunte, come in preghiera, non stringendo la mano. Non bisogna toccare i bramini, la casta sacerdotale. E nemmeno sfiorare le persone con la mano sinistra: serve per l’igiene intimo. Si mangia con la mano destra. Un rutto dopo pranzo manifesta gradimento. Se vi trovate a cena da una famiglia sikh dovete finire tutto quel che c’è nel piatto: avanzarlo è un insulto alla povertà.
IN AUSTRALIA E AL PUB
In Australia se parlate con un aborigeno potete toccarlo e non guardarlo negli occhi: lo sguardo diretto viola la loro interiorità. Nei Paesi anglosassoni il cenno che facciamo in Italia con le dita per ordinare due birre al bar è la più triviale offesa.
GUIDE ALL'ETICHETTA
Una giungla di atti e parole tra cui è difficile districarsi. Ci provano le Culture Shock! Guides to Customs and Etiquette, manuali di galateo e stile di vita in inglese dei maggiori Paesi: in vendita su Amazon. Utili anche le guide in italiano Mind the Gap edite da Morellini.
Pubblicato su La Stampa 11 luglio 2015
27/07/2015
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