mercoledì 8 maggio 2013

Il prezzo varia da 1.800 a 5 mila euro al kW installato

Micro e minieolico, l'alternativa alle grandi turbine

Nei prossimi anni in Italia si potrebbero installare 20-30 MW annui di impianti da 1 a 200 kW di potenza


Una turbina microeolica ad asse orizzontale
Tra le diverse fonti rinnovabili, negli ultimi anni le famiglie italiane si sono orientate in prevalenza verso il solare fotovoltaico, ma grazie alla normativa oggi in vigore stanno riscuotendo un buon riscontro anche le piccole macchine eoliche che trasformano il vento in energia elettrica. Assieme (Associazione italiana energia mini eolica) stima che nei prossimi anni in Italia si potrebbero installare da 20 a 30 MW annui di impianti mini-eolici da 1 a 200 kW di potenza (Assieme stima una potenza installata attualmente superiore a 20 MW). 

ORIZZONTALE O VERTICALE - In commercio si possono trovare piccoli generatori ad asse orizzontale, simili alle grandi turbine ma su scala ridotta, oppure ad asse verticale, cioè con le pale in verticale a corona attorno all'asse di rotazione. Non esiste una classificazione ufficiale, ma in genere le turbine con un'area spazzata dalle pale fino a 2 metri quadri (diametro del rotore fino a 1,6 metri e potenza inferiore a 1 kW) sono dette «micro». In Italia chiamiamo mini le turbine da 1 a 200 kW e quelle che vengono installate in ambito domestico hanno generalmente potenza fino a 5 kW. 


Generatore microelico ad asse verticale
TARIFFA OMNICOMPRENSIVA - Il limite dei 200 kW nasce dal sistema incentivante italiano, basato su una tariffa omnicomprensiva valida per turbine da 1 a 200 kW: le macchine da 1 a 20 kW godono di una tariffa di 0,291 euro/kWh, mentre nella fascia da 20 a 200 kW la tariffa è di 0,268 euro/kWh. Chi non accede alla tariffa omnicomprensiva può richiedere lo «scambio sul posto», che consente al proprietario dell’impianto di immettere in rete l’energia prodotta, ma che non ha auto-consumato, per poi prelevarla in un momento seguente (in realtà, si ottiene una compensazione economica tra il valore dell’energia immessa in rete e quello associabile all’energia prelevata dalla rete). La tariffa omnicomprensiva è interessante per le turbine di potenza superiore ai 3 kW, mentre per le turbine di potenza inferiore è più opportuno lo scambio sul posto. Infatti, il costo di gestione annuo della tariffa omnicomprensiva, come il costo del contatore dedicato e l'allaccio alla rete, coprirebbe quasi interamente l'incentivo per le macchine molto piccole. DOVE - Dove installarle in Italia? «Per prima cosa sfatiamo il mito che dove c'è poco vento le macchine piccole funzionano meglio di quelle grandi», afferma Alessandro Giubilo, presidente di Assieme. «Il punto è che ci possono essere diverse ragioni di carattere ambientale che impediscono la realizzazione di un grande impianto eolico in un certo sito, mentre in quello stesso sito nulla impedisce l'installazione di una singola piccola macchina. Ci sono quindi molte zone con ventosità medie favorevoli non ancora sfruttate in Italia dove è possibile installare una piccola macchina». 

VENTOSITÀ - In generale, non è opportuno installare una piccola turbina in siti con ventosità medie al di sotto dei 4,5-5 metri al secondo e un atlante eolico online del nostro Paese, curato dall'Rse (Ricerca sul sistema energetico), è disponibile online. Se in base ai dati dell'atlante l'area in cui si desidera installare una piccola turbina è idonea, è quasi sempre indispensabile effettuare successivamente un’analisi anemometrica per verificare nel dettaglio il potenziale eolico. Soltanto nel caso delle micro-turbine l'analisi anemometrica potrebbe non essere indispensabile, avendo talvolta costi confrontabili con quelli della micro-turbina stessa. Il sito di installazione deve essere scelto con cura e il più possibile privo di ostacoli, in maniera tale che il vento non venga disturbato e non si perda in potenziale sfruttabile. Infatti, tutte le sperimentazioni di piccole turbine eoliche su edifici o in zone densamente abitate hanno fornito risultati poco incoraggianti, proprio a causa di questa problematica. 

BUROCRAZIA - «Pur essendoci una legge nazionale, molte Regioni tendono a fare leggi a sé stanti non sempre migliorative», spiega Giubilo. «La legge nazionale prevede che per macchine di potenza da 1 a 20 kW debba essere richiesta la Pas (procedura abilitativa semplificata), ma alcune Regioni ne hanno ridotto il campo d'azione e hanno esteso la comunicazione semplice, procedura meno complessa della Pas, da 1 a 5 kW nelle zone non soggette a vincoli ambientali e architettonici. Altre Regioni hanno esteso la Pas alle turbine da 20 a 200 kW e anche questo è positivo per lo sviluppo della tecnologia. In genere, la Pas dura un paio di mesi ma ci sono casi in cui si protrae oltre. Ovviamente, il problema della scarsa conoscenza da parte dei tecnici comunali è presente perché spesso il tema dell'eolico viene abbinato alle grandi turbine. Specie nelle cittadine più piccole, se in precedenza non si sono mai installate turbine, i tecnici talvolta non sono a conoscenza delle leggi nazionali o regionali». 

I COSTI - Il range dei costi delle micro e mini-turbine eoliche è molto esteso, a differenza di quanto avviene per le grandi turbine. Il prezzo senza installazione di un pacchetto completo (turbina, controller, torre e inverter) varia infatti da 1.800 a 5 mila euro al kW installato a prescindere dalla taglia della macchina. Il prezzo della turbina dipende dalla scelta dei materiali, dalle diverse difficoltà di progettazione e dalla lavorazione. Infatti, le linee di produzione non sono particolarmente automatizzate: le lavorazioni meccaniche, i motori e le pale sono fatte tutte a mano e sul mercato esistono già costruttori cinesi e indiani, oltre che europei e americani. «Per le piccole turbine eoliche non è ancora prevista la detrazione fiscale del 50%, come invece avviene per gli impianti fotovoltaici che non accedono al Conto energia. Secondo il nostro punto di vista, la detrazione fiscale del 50% dovrebbe essere già automaticamente estesa al minieolico, anche se purtroppo non esiste ancora una risposta ufficiale da parte dell'Agenzia delle entrate», conclude Giubilo.



(modifica il 10 maggio 2013)
www.corriere.it

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