Anche le piante hanno il battito cardiaco
Le piante potrebbero avere, se non proprio un cuore, un battito regolare, molto lento e costante. Due nuovi studi l'hanno... auscultato. E ne hanno svelato la funzione.
D'accordo, il titolo è un po' forte. Però è vero che molti alberi attraversano periodici cambiamenti di forma e posizione delle fronde che
appaiono sincronizzati per tutte le parti della pianta, e che non
dipendono dall'alternanza giorno-notte: l'hanno scoperto ricercatori
ungheresi e danesi, che paragonano queste oscillazioni a intervalli
regolari a una sorta di battito cardiaco vegetale, legato a un lento, ma costante, sistema di pompaggio attivo della linfa.
Questi impercettibili movimenti sarebbero legati a cambiamenti periodici di pressione dell'acqua attraverso le radici e il fusto:
gli alberi la risucchierebbero attivamente in fasi periodiche, della
durata di alcune ore. Finora non si credeva che le piante potessero
farlo: piuttosto, si pensava che l'evaporazione di liquidi dalle foglie innescasse una risalita passiva di nutrienti dal terreno.
Contrazioni silenziose. Il lavoro degli scienziati si è svolto in due fasi. Nella prima, spiegata in un articolo
pubblicato lo scorso ottobre, i due hanno sfruttato una forma di
scansione laser solitamente utilizzata per monitorare l'altezza dei
palazzi per osservare 22 specie di piante, e vedere se in una notte
senza vento e senza luce artificiale cambiassero forma. In 7 specie sono
state osservate oscillazioni dei rami verso l'alto o verso il basso di
circa 1 cm, ogni 3 o 4 ore. Nelle magnolie i movimenti sono stati ancora più visibili: 1,5 cm a ogni "battito".
Ora in un supplemento di ricerca,
gli scienziati della Aarhus University (Danimarca) e del Balaton
Limnological Institute (Ungheria) hanno attribuito le cause di queste
oscillazioni all'alimentazione attiva della pianta, che
trae acqua dalle radici in impulsi che durano qualche ora e che,
avvenendo tra una sezione della pianta e l'altra, richiederebbero un
minor dispendio energetico rispetto a una singola risalita lungo
l'intera altezza del fusto.
La luce non c'entra. «Nella classica fisiologia delle
piante, i processi di trasporto sono spiegati come flussi costanti con
fluttuazioni trascurabili nel tempo», spiegano gli autori «i modelli
correnti non consideravano esistessero fluttuazioni periodiche più corte
delle 24 ore». Nel 2016, lo stesso gruppo di ricerca aveva dimostrato
che di notte le piante "respirano", abbassando le fronde anche di 10 cm.
Questi movimenti avvengono però su base circadiana: di giorno, i rami
tornano in posizione normale. Il lento battito osservato è qualcosa di
diverso, che non dipende dall'alternanza luce-buio.
I meccanismi di pompaggio non sono ancora ben compresi: forse, dipendono dalla contrazione delle cellule dello xilema (il
tessuto all'interno del tronco adibito al trasporto della linfa).
Strizzandosi come spugne, queste potrebbero favorire la risalita
dell'acqua. Ma si tratta ancora soltanto di un'ipotesi.
24 Aprile 2018 | Elisabetta Intini
www.focus.it
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