mercoledì 25 aprile 2018

Anche le piante hanno il battito cardiaco
Le piante potrebbero avere, se non proprio un cuore, un battito regolare, molto lento e costante. Due nuovi studi l'hanno... auscultato. E ne hanno svelato la funzione.


D'accordo, il titolo è un po' forte. Però è vero che molti alberi attraversano periodici cambiamenti di forma e posizione delle fronde che appaiono sincronizzati per tutte le parti della pianta, e che non dipendono dall'alternanza giorno-notte: l'hanno scoperto ricercatori ungheresi e danesi, che paragonano queste oscillazioni a intervalli regolari a una sorta di battito cardiaco vegetale, legato a un lento, ma costante, sistema di pompaggio attivo della linfa.

Questi impercettibili movimenti sarebbero legati a cambiamenti periodici di pressione dell'acqua attraverso le radici e il fusto: gli alberi la risucchierebbero attivamente in fasi periodiche, della durata di alcune ore. Finora non si credeva che le piante potessero farlo: piuttosto, si pensava che l'evaporazione di liquidi dalle foglie innescasse una risalita passiva di nutrienti dal terreno.

Contrazioni silenziose. Il lavoro degli scienziati si è svolto in due fasi. Nella prima, spiegata in un articolo pubblicato lo scorso ottobre, i due hanno sfruttato una forma di scansione laser solitamente utilizzata per monitorare l'altezza dei palazzi per osservare 22 specie di piante, e vedere se in una notte senza vento e senza luce artificiale cambiassero forma. In 7 specie sono state osservate oscillazioni dei rami verso l'alto o verso il basso di circa 1 cm, ogni 3 o 4 ore. Nelle magnolie i movimenti sono stati ancora più visibili: 1,5 cm a ogni "battito".

Ora in un supplemento di ricerca, gli scienziati della Aarhus University (Danimarca) e del Balaton Limnological Institute (Ungheria) hanno attribuito le cause di queste oscillazioni all'alimentazione attiva della pianta, che trae acqua dalle radici in impulsi che durano qualche ora e che, avvenendo tra una sezione della pianta e l'altra, richiederebbero un minor dispendio energetico rispetto a una singola risalita lungo l'intera altezza del fusto.

La luce non c'entra. «Nella classica fisiologia delle piante, i processi di trasporto sono spiegati come flussi costanti con fluttuazioni trascurabili nel tempo», spiegano gli autori «i modelli correnti non consideravano esistessero fluttuazioni periodiche più corte delle 24 ore». Nel 2016, lo stesso gruppo di ricerca aveva dimostrato che di notte le piante "respirano", abbassando le fronde anche di 10 cm. Questi movimenti avvengono però su base circadiana: di giorno, i rami tornano in posizione normale. Il lento battito osservato è qualcosa di diverso, che non dipende dall'alternanza luce-buio.

I meccanismi di pompaggio non sono ancora ben compresi: forse, dipendono dalla contrazione delle cellule dello xilema (il tessuto all'interno del tronco adibito al trasporto della linfa). Strizzandosi come spugne, queste potrebbero favorire la risalita dell'acqua. Ma si tratta ancora soltanto di un'ipotesi.

24 Aprile 2018 | Elisabetta Intini 

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