mercoledì 2 novembre 2016

Il Giappone dovrà dare più dati sulla caccia “scientifica” alle balene


 

Il Giappone dovrà fornire più informazioni per la caccia «scientifica» delle balene, mentre nelle acque del Messico si chiederà la rimozione definitiva di tutte le reti da posta che stanno mettendo a repentaglio la sopravvivenza di una particolare specie di cetaceo, la vaquita. Sono alcune delle principali misure adottate dalla Commissione internazionale per la caccia alle balene (Iwc) che nei giorni scorsi in Slovenia ha chiuso il suo meeting biennale. Ne dà conto Greenpeace, che plaude alle misure di tutela pur sottolineando la delusione per la mancata approvazione della proposta di maxi santuario dei cetacei nell’Atlantico meridionale, naufragata anche per i voti contrari di Giappone, Norvegia e Islanda.


AFP

La risoluzione Iwc, spiega all’Ansa un portavoce di Greenpeace, chiede al Giappone di fornire più dati per giustificare la finalità «scientifica» della caccia alle balene e «chiede inoltre un riesame da parte del comitato scientifico dell’Iwc e della Commissione stessa prima di rilasciare un permesso. Resta da vedere se il Giappone sfiderà di nuovo questa decisione». Il Paese ha già ricevuto una diffida due anni fa dalla Corte di giustizia dell’Aja secondo la quale la «caccia scientifica» non è altro che un pretesto per scopi commerciali.


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«Nel complesso questo è stato un buon meeting per le balene», afferma John Frizell, esperto di balene di Greenpeace International presente al summit. «La moratoria di 30 anni per la caccia commerciale non è in discussione e i membri hanno ristretto la scappatoia per i giapponesi». Anche se, ha aggiunto, «le speranze» per la creazione del maxi santuario dei cetacei «sono state deluse».
La prossima riunione dell’Iwc si terrà in Brasile nel 2018.

http://www.lastampa.it

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