La polemica. Il dolore si sente anche da morti? «Prima dell'espianto anestesia ai donatori»
LONDRA (20-08-2000). Prima di procedere all'espianto di organi, i donatori dovrebbero essere anestetizzati perchè in qualche caso potrebbe esserci una remota possibilità che avvertono il dolore. La richiesta viene da un editoriale di "Anaesthesia", il giornale degli anestesisti britannici. "La morte non è un evento, ma un processo e la nostra limitata comprensione di questo processo dovrebbe imporci cautela prima di decidere che l'anestesia non è necessaria", scrivono nell'editoriale Basil Matta e Peter Young del reparto rianimazione dell'ospedale Addenbrooke di Cambridge. I due medici polemizzano con una direttiva emessa lo scorso anno dalle autorità sanitarie che definisce non necessaria la sedazione dei donatori. Ma la loro richiesta ha provocato sconcerto ed angoscia fra le famiglie dei donatori di organi e rischia di danneggiare il programma di trapianti che è già disperatamente a corto di organi.
"Prima si sgombra il campo dalla suggestione che un paziente cerebralmente morto può avvertire dolore e meglio è", ha commentato John Evans, che a seguito della morte di un figlio in un incidente stradale ha organizzato un gruppo di sostegno per le famiglie dei donatori. A mettere a disagio le equipe operatorie e ad angosciare i parenti dei donatori, sono i movimenti riflessi che il corpo del paziente ha quando comincia l'operazione. L'ordine dei medici britannici in una serie di pronunciamenti fra il 1976 e il 1979, dando il via ai trapianti di cuore, concluse che queste risposte non hanno nessun legame con il cervello e non indicano sofferenza, ma sono solo movimenti riflessi. E' normale procedura per evitare i sobbalzi degli arti inferiori che prima dell'espianto al donatore sia somministrato un farmaco paralizzante.
"La confusione - ha detto un altro anestesista - nasce dal termine «morte cerebrale» e dal fatto che organi come polmoni, fegato e cuore non possono essere rimossi se il cuore del paziente si è fermato". Sono le macchine a far continuare il battito, ma ha aggiunto il dr Philip Keep, è comunque stressante, soprattutto per gli infermieri, vedere che la pressione sanguigna sale e il battito cardiaco aumenta quando il bisturi comincia a tagliare. "Non sto dicendo che questi pazienti sono vivi e non sto dicendo che avvertono il dolore. Sto dicendo che non so se sono vivi o se in qualche misura avvertono il dolore. So però che sono destinati a morire", ha detto ancora Keep, aggiungendo che, pur essendo "molto a favore" delle donazioni di organi, non porterà con sè una carta da donatore fino a che non sarà stabilito che prima dell'espianto si proceda di routine all'anestesia.
da Il Tirreno