lunedì 27 luglio 2020

Think Green 🌳 Think Blue 💧 
 
Da uno studio effettuato nel 2010, si evince che il cingolato anteriore e l'insula (aree cerebrali associate all’empatia) diventavano più attive quando i soggetti esaminati osservavano paesaggi naturali. Al contraio, osservando paesaggi urbani si incrementava l'attività dell'amigdala, che svolge un ruolo importante nello stress cronico. 

I paesaggi naturali provocano, secondo una ricerca effettuata in California con la RMF, l'attivazione dei gangli basali (connessi ai ricordi felici), parte del sistema di gratificazione del cervello.

Tuttavia, i ricercatori M. White, A. Smith, K. Humphreys hanno notato che, se nel paesaggio urbano è presente l'acqua, ad esempio piazze con fontane, case su un canale, cascatelle ornamentali, a livello cerebrale si otteneva la stessa valutazione positiva delle aree verdi.


domenica 26 luglio 2020



“Questi non li recuperi più. Andati. Per sempre.
Non c’è psicoterapia che possa guarirli, non c’è psichiatra al mondo.
Sono un esercito di persone rese clinicamente psicotiche.
Il terrorismo dei media, Governo e istituzioni ha fatto presa alla perfezione, provocando danni psicologici irreversibili.
Sono vittime.
Non vanno schernite, non vanno offese.
Vanno profondamente compatite, aiutate e comprese.
Sono quelli che ancora oggi hanno paura del virus, nonostante l’emergenza sia terminata da tre mesi.
Nonostante da tre mesi le terapie intensive siano deserte.
Oggi il virus, nella peggiore delle ipotesi, fa gli stessi danni del raffreddore.
In terapia intensiva non ci entra nessuno nemmeno per sbaglio, nonostante i contagi non si siano mai arrestati.
Quando ci comunicano i dati sui nuovi contagi o quando ci avvisano di nuovi focolai, è come se ci stessero aggiornando sul numero dei raffreddati.
Focolai di persone sanissime, tutti asintomatici, che non si sarebbero nemmeno mai accorti di essere contagiati se non gli avessero fatto il discutibilissimo tampone.
Sono quelli rimasti a marzo, con in mente ancora le immagini scioccanti degli intubati, dei furgoni dell’esercito che portano via le bare.
Sono rimasti a marzo.
Si sono persi quattro mesi di errori e progressi terapeutici, di autopsie, di trombosi venose, di clorochina ed eparina, di terapia domiciliare, di protocollo off label, di carica virale quasi azzerata.
Sono ancora a marzo.
Gli basterebbe guardare i dati delle terapie intensive degli ultimi tre mesi per tranquillizzarsi ma niente, nulla può guarirli in questo momento, nulla può restituire loro la lucidità.
Ripongono una fiducia totale e incondizionata nei confronti dei media e delle istituzioni.
Mai potrebbero dubitare. Non potrebbero mai accettare l’idea di essere ingannati o manipolati.
Non potrebbero mai pensare che media, Governo e istituzioni possano essere corrotti da chi ha smisurati capitali e specifici interessi.
Crollerebbero tutte le certezze, crollerebbe il mondo intero.
Per questo si fidano ciecamente e non mettono mai in discussione nulla.
E’ quasi una forma di autodifesa.
Preservano una visione fanciullesca della realtà che li aiuta sicuramente a vivere meglio ma in alcuni casi può diventare parecchio pericolosa.
Sono quelli in prima fila per il vaccino, anche senza sperimentazione, pazienza.
Gli hanno ripetuto all’infinito che potranno tornare a vivere solo dopo il vaccino e così sarà.
Un vaccino contro qualcosa che purtroppo non è vaccinabile, contro qualcosa che non rappresenta più un pericolo, già da tre mesi.
Sono quelli che gridavano di stare a casa, che urlavano al runner, che denunciavano i vicini, che strillavano di non riaprire così presto.
Hanno contribuito a mandare in default il Paese, hanno sostenuto ideologicamente i mandanti e i complici esecutori di questo scempio epocale.
Sono quelli che normalmente cadono per primi.
Se non è per un vaccino sarà per qualcos’altro. Una medicina sbagliata o una non presa, come il Plaquenil.
Totalmente scoperti, sempre in balia delle persone sbagliate, manipolati e indotti all’autolesionismo.
Sono quelli che non vanno scherniti e non vanno offesi.
Vanno solo profondamente compatiti, aiutati e compresi...”


DOTT. FRANCESCO OLIVIERO (pneumologo)

martedì 21 luglio 2020

Ecoterapia

Bastano solo due ore a contatto con la natura per essere più sani e felici 

20 luglio 2020 - Il mare, i prati, il bosco, le montagne e tutti gli altri scenari naturali hanno il potere di farci sentire meglio in breve tempo, sia a livello fisico che mentale. Ma qual è la “dose” perfetta per questa terapia naturale? Secondo uno studio bastano solo 2 ore a settimana!

A dirlo un team di ricerca dell’University of Exeter Medical School che ha scoperto qualcosa che noi già sapevamo: stare seduti a godersi la pace che offre la natura ha benefici per il nostro organismo ma anche per la mente. La novità sta però nel fatto che vi sarebbe un tempo minimo di permanenza per godere dei vantaggi.
E in effetti non ne serve molto: una “dose” di due ore di natura a settimana aumenta significativamente la salute e il benessere, e non c’è bisogno neppure di camminare! Questo, infatti, è vero anche se si sta seduti a contemplare il paesaggio o sdraiati in completo relax.

Il nuovo studio, pubblicato su Scientific Reports , è la prima ricerca importante che non solo valuta i benefici della cosiddetta “ecoterapia” ma ci consiglia anche una possibile tempistica per frequentare parchi, boschi, mare, ecc. godendo del massimo dei benefici.

Il risultato si basa sulle informazioni di un’indagine di Natural England, il più grande studio al mondo che raccoglie dati sui rapporti delle persone con il mondo naturale. Il campione preso per la ricerca è molto ampio: si tratta di 20.000 inglesi di diversa età, sesso e caratteristiche, intervistati in merito alle attività compiute nella settimana precedente.

Si è potuto notare così che un quarto di coloro che trascorrevano poco tempo (o per niente) a contatto con la natura, riferivano di avere problemi di salute e quasi la metà dichiarava di non essere soddisfatta della propria vita. Al contrario, solo un settimo di coloro che trascorrevano almeno due ore immersi nella natura, dichiaravano che la loro salute era scarsa, mentre un terzo non era soddisfatto della propria vita.

Ma quello che ha stupito maggiormente i ricercatori è che questo è valido per tutti: giovani, anziani, ricchi, poveri, cittadini, popolazione rurale, ecc. e perfino per chi soffre di patologie o disabilità. Inoltre, non importava neppure che le due ore nella natura fossero continuative, andava benissimo anche fare visita a boschi, parchi, mare, ecc. in visite più brevi raggiungendo il totale minimo di due ore nel corso della settimana.
Sembra dunque che,  al nostro stile di vita sano fatto di 5 porzioni al giorno di frutta e verdura, alimentazione integrale, attività fisica, ecc. dobbiamo aggiungere anche un paio d’ore a settimana immersi nella natura!

Francesca Biagioli

www.greenme.it

lunedì 6 luglio 2020

Le lucciole trasformano questo tunnel di Trieste in un bosco incantato 
 di Francesca Mancuso





1 Luglio 2020 - Le lucciole sono sempre meno, minacciate dai pesticidi e dall’inquinamento luminoso, ma c’è un luogo di Trieste dove esse creano un vero e proprio spettacolo di magia con le loro danze. E’ il ponte di San Giuseppe, un sottopasso dove ogni sera si radunano centinaia di insetti, delizia per il cuore e gli occhi degli abitanti.
Ormai per i triestini si tratta di un appuntamento fisso. Ogni sera dopo le 22 nel sottopasso di San Giuseppe, lungo la pista ciclabile, in tanti accorrono per ammirare le lucciole, tante, tantissime.

Lì i coleotteri trasformano la zona in un vero e proprio bosco incantato. Come spiegano vari utenti su Facebook, dalle 22 alle 24 le lucciole danzano nel buio all’interno del tunnel, poi si affievoliscono.
“Io sono andata domenica sera in ciclabile dove c’è il sottopassaggio della strada per bagnoli, era pieno” racconta un utente.

Si tratta di un vero e proprio miracolo della Natura visto che le lucciole, una volta molto diffuse, stanno sparendo ormai ovunque a causa dei pesticidi e dei cambiamenti climatici.
Ma ora il lockdown potrebbe aver dato loro una mano… E se ne vedono sempre di più. Ci erano mancate!

Fonti di riferimento: Facebook/Stefano Marsi